Dopo avere lavorato come operatore alla Gloria Film di Torino fino dal 1919, esordì nel cinema nel 1923, mentre era militare in Libia, come operatore d'attualità per conto della MGM. In seguito si dedicò alla realizzazione di documentari per conto dell'Istituto Luce, divenendo uno degli operatori italiani più noti come reporter di cinegiornali e di notizie di attualità raccolte in ogni parte del mondo, non escluse le vicende belliche in Cina, in Spagna e in Etiopia. Partecipò inoltre a numerose spedizioni scientifiche, a viaggi e a crociere che gli fornirono ulteriori occasioni per raccogliere materiale di grande interesse in molteplici campi. Nel 1933 esordì come direttore della fotografia in lungometraggi a soggetto, con Camicia nera (regia di Giovacchino Forzano); a quest'opera fecero seguito numerosi altri film, alcuni dei quali di prestigio, come Luciano Serra pilota (1938, Goffredo Alessandrini) e La cena delle beffe (1941, Alessandro Blasetti). Le qualità drammatiche dimostrate in queste opere si esplicarono con evidenza ancora maggiore in altri film successivi, girati soprattutto nel dopoguerra, come Un giorno nella vita (1946, Alessandro Blasetti), Fabiola (1949, Alessandro Blasetti), La spiaggia(1954, Alberto Lattuada). Nei primi anni Cinquanta Craveri ritornò all'antica passione per il documentario, portando a termine capolavori di straordinaria efficacia e bellezza, come Magia verde(1953), Continente perduto (1955), L'impero del sole (1956). Nel 1961 firmò la regia de I sogni muoiono all'alba, in collaborazione con Gras e Montanelli.