Prima di prendere in mano una matita, fu un prigioniero di guerra e, solo dopo aver visto l'orrore che gli uomini erano riusciti a creare, decise di chiudersi in un mondo tutto suo. Un universo dove le ragazze povere non morivano di fame, ma diventavano principesse. Dove i cani parlavano e le fatine buone esistevano, dove gli animali si prendono gioco dell'uomo e delle sue disgrazie e gli alieni danno ottimi consigli. Questo fu Iwao Takamoto.
A dispetto del cognome fu un americano DOC e, dopo aver trascorso parte della Seconda Guerra Mondiale in un campo di internamento, apprese la nobile arte del disegno, i quali tratti sono distinguibili nella storia del cinema d'animazione. Così, nel dopoguerra, ebbe un posto da apprendista alla Disney Studios dove, per tutto l'arco degli anni Cinquanta, si occupò con talento di cartoni come Cenerentola (1950), Le avventure di Peter Pan (1953), Lilli e il vagabondo (1955) (creando personalmente Lilli), La bella addormentata nel bosco (1959) e La carica dei 101 (1961).
Dopo il 1961, passò alla Hanna & Barbera, diventando uno dei più popolari cartoonist per il piccolo schermo. Fu dalla matita di Takamoto che nacque l'alano pauroso Scoody-Doo (a ispirarlo fu un verso alla fine di "Strangers in the night" di Sinatra), e a tutta la Scooby Gang: Shaggy, Velma, Daphne e Fred. Ma diede anche vita al terribile cane sogghignante Muttley e ad Astro, il cane dei Jetson. Mentre per i Flintstones fu il papà di Gazzo, l'alieno verde.
Nel 1973, passò alla regia del suo primo e unico lungometraggio La meravigliosa stupenda storia di Carlotta e del porcellino Wilbur e, dopo essere stato direttore artistico della serie animata "Gli Snorky", venne eletto vicepresidente della Warner Bros Animation.
Morì all'età di 81 anni, in seguito a una grave coronaropatia, al Cedars-Sinai Medical Center della sua città natale, dove fu ricoverato per problemi respiratori, esattamente a tre settimane esatte dalla morte di Joseph Barbera, suo amico e collaboratore, nonché datore di lavoro.