Nel 1915 esordì sul grande schermo a Parigi, in un serial il cui protagonista imitava le gesta del celeberrimo e inafferrabile Fantomas. Trasferitosi in Italia nel 1920, continuò la sua attività nel cinema, anche se in ruoli di secondo piano, in decorosi film diretti da registi come De Riso e Guazzoni. Recatosi in Egitto, vi diresse alcuni documentari e, al suo ritorno in Italia, nel 1929, divenne aiuto-regista dello stesso Guazzoni, prima di dedicarsi egli stesso alla regia. In questa veste, firmò nel 1939, in collaborazione con Pier Luigi Faraldo, il suo primo lungometraggio a soggetto, Uragano ai Tropici, un film non privo di pregi. Negli anni del dopoguerra apparve come attore in un paio di film e diresse, in collaborazione con Herman Leitner, Liana, la schiava bianca (1957); tuttavia si dedicò prevalentemente al montaggio, anche come responsabile del reparto Cines.