Regista e sceneggiatore romano, Michele Vannucci ha all'attivo una candidatura ai David di Donatello come miglior regista con il suo lungometraggio d'esordio, presentato alla Mostra Internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
Una serie di cortometraggi per iniziare
Nato a Roma nel 1987, Vannucci si è diplomato in regia al Centro sperimentale di cinematografia nel 2012 dopo aver frequentato la facoltà di Lingue e Culture del mondo moderno all'Università La Sapienza.
Prima del diploma in regia ha scritto e diretto alcuni cortometraggi. Tra questi Io tra di voi e Il cuore in tasca. E anche un documentario dal titolo Due di due, scritto e diretto con Marta Pallagrossi, finalista nella sezione documentario per il cinema al Premio Solinas.
Per concludere gli studi realizza il suo cortometraggio di diploma, Nati per correre per il quale chiede ad alcuni ragazzi di portare delle figure paterne. È così che conosce Mirko Frezza, portato da Alessandro Borghi con il quale aveva una forte alchimia, tanto da andare oltre a quello che lo stesso regista aveva immaginato in fase di scrittura. Da quel momento nasce un percorso di condivisione artistica che lo porta a realizzare il cortometraggio Una storia normale, preceduto solo dal mediometraggio documentario Vigne nuove.
Il primo lungometraggio nasce da un cortometraggio
Ed è proprio dal cortometraggio Una storia normale, un documentario creativo fatto di interviste, che nasce Il più grande sogno, lungometraggio di esordio per Michele Vannucci. Il film, del 2016, è presentato nella sezione Orizzonti della 73esima Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e, oltre alla candidatura per il miglior regista esordiente ai David di Donatello, si aggiudica il Premio Solinas Experimenta. La storia è quella di Mirko Frezza che, a 39 anni, appena uscito dal carcere, cerca di reinventarsi un futuro nella periferia di Roma. Quando è eletto presidente del comitato di quartiere, decide di fare il possibile per migliorare per sé e per la propria famiglia, ma anche per tutta la borgata in cui vive. Un film che lo stesso Michele Vannucci ha definito un film di finzione che nasce dalla realtà dal momento che quella che viene mostrata sullo schermo è proprio la vita di Mirko Frezza che il regista ha frequentato per tre anni, ascoltandolo e iniziando così a delineare il racconto ispirato alla sua storia.
I titoli più recenti, tra serie e il ritorno al cinema
Dopo quattro anni, nel 2020, Michele Vannucci torna alla regia, ma con una serie televisiva per la Rai. Dirige, infatti, la serie televisiva in 8 episodi Mental che percorre le vicende di un gruppo di ragazzi adolescenti con problemi psichiatrici in cura presso un ospedale. Ai Prix Italia 2021 la serie si aggiudica il premio speciale giuria degli studenti e la menzione speciale Web Fiction.
Il suo secondo lungometraggio, Delta, è del 2022 ed è stato presentato al Festival del cinema di Locarno. I protagonisti sono Alessandro Borghi e Luigi Lo Cascio, che si affrontano sul delta del Po. Il primo è un bracconiere che vive con una famiglia originaria della Romania, il secondo è un ambientalista che vuole difendere il suo territorio dalla pesca indiscriminata.