Grandissimo genio della televisione italiana che si è distinto per la dissacrante, pasticciata e goliardica scrittura catodica, incentrata su scenette spiritose e ironici ammicchi e che, dal pulpito di Mamma Rai, ha fatto la guerra, a suon di indice di gradimento e tv di qualità, fra gli anni Settanta e Ottanta, alle quantitative televisioni private, riuscendo ad avere l'ausilio di quei "nuovi cominci" - Roberto Benigni, Massimo Troisi, Carlo Verdone e Francesco Nuti (oggi grandissimi e storici registi del cinema italiano) - che diventarono poi i suoi migliori amici.
Gli inizi radiofonici
Laureato in giurisprudenza a Napoli, comincia ad avvicinarsi alla musica jazz nella sua città di nascita, dove con il piccolo complesso Parker's Boys, si esibisce alla Taverna del Gufo, nel centro storico. È l'amicizia con il regista Gianni Boncompagni a portarlo prima alla radio e poi alla televisione come conduttore di programmi come "Bandiera gialla" (1965), "Per voi giovani" (1967), "Alto gradimento" (1970), e "Speciale per voi" (1969-1970). Durante questi anni, stringe una profonda relazione amorosa prima con la cantante, attrice e conduttrice Gabriella Ferri, poi con l'attrice Mariangela Melato, con la quale rimarrà assieme fino agli inizi degli anni Ottanta.
I film e la musica
Sempre negli anni Settanta, comincia anche la sua carriera da attore, sotto il suo vero nome, partecipando a Giù la testa... hombre (1971) di Demofilo Fidani con Klaus Kinski e Gordon Mitchell che poi ritroverà in Per una bara piena di dollari(1971) dello stesso regista. Nel 1972, con la N.U. Orleans Rubbish Band (l'acronimo N.U. sta per Nettezza Urbana) comincia a portare in giro la sua musica che lo vede cimentarsi nel clarino assieme ad altri musicisti: Fabrizio Zampa (batteria), Mauro Chiari (basso), Massimo Catalano (trombone) e Franco Bracardi (piano). Di lì a poco uscì anche un loro 45 giri "She was nota n angel" e "The Stage Boy". Inutile dire che il successo maggiore, lo incontra solo e unicamente con radio e televisione, settori nei quale si impone con un'innovativa conduzione che farà da concorrenza a quelle più classica. Per esempio, la sua trasmissione "L'altra domenica", sarà in lotta con la "Domenica in" di Corrado Mantoni! Renzo Arbore è, insomma, il Rosario Fiorello degli anni Sessanta e Settanta.
Gli anni Ottanta: il successo di "Quelli della notte" e "Indietro tutta!"
Geniale, irriverente, esplosivo, demenziale, raggiunge indici di ascolto impensabili, creando tormentoni comici e sigle che ancora oggi rimangono nella memoria degli italiani. In più, ha la fortuna di circondarsi di amici e artisti di grande stile: Roberto Benigni, Riccardo Pazzaglia, Francesco Paolantoni, Silvia Annichiarico, Andy Luotto, Mario Marenco, la Microband col maestro Mazza, le ballerine del Cacao Meravigliao e le Ragazze Coccodè che diventano familiari per tutti i telespettatori di programmi come "Quelli della notte" (1985) e "Indietro tutta!" (1988).
Gli altri film
Dopo aver partecipato al Festival di Sanremo con la canzone ironica "Il clarinetto", piazzandosi al secondo posto, torna alla televisione con "DOC" e "Marisa la Nuit", dove Arbore inventa la voce del presentatore fuori campo che sarà una delle caratteristiche principali della conduzione della Gialappa's Band.
Arriva anche al cinema con il modesto Il pap'occhio (1980) di cui è sceneggiatore, interprete e regista, seguito dalla fiction Quasi quasi mi sposo (1982) e dal bel film F.F.S.S. Cioè che mi hai portato a fare sopra Posillipo se non mi vuoi più bene? (1983) che raccoglieva nel cast non solo i suoi collaboratori storici ma anche una talentuosa Pietra Montecorvino, Claudio Villa, Domenico Modugno, Isabella Biagini, Lino Banfi, Gianni Morandi, Pippo Franco, Don Lurio, Raffaella Carrà, Bobby Solo, Sandra Milo, Luciana Turina, Gigi Proietti, Isabel Russinova, Pippo Baudo e Vasco Rossi, impegnati nella storia di Arbore e De Crescenzo che facevano un film con una sceneggiatura di Federico Fellini. Dopo partecipazioni a varie commedie, nel 2012 entra nel cast del mockumentary L'era legale, sotto la direzione della "iena" Enrico Caria.
Gli anni Novanta e il Duemila
Negli anni Novanta, l'interesse di Arbore si sposta sulla musica con la fondazione della sua Orchestra Italiana che valorizza la canzone napoletana classica nel mondo e con la presidenza all'Umbria Jazz. Nel 2002, arriva la nuova band Renzo Arbore e i suoi Swing Maniacs con i quali si esibisce, senza rinunciare alla sua Orchestra Italiana, con i quali continua un percorso parallelo. Suona ovunque, da New York a Toronto, con un successo che ha dell'incredibile.
Presidente dell'associazione disc-jockey italiani, scrive la sua prima biografia nel 2007 "Renzo Arbore ovvero Quello della musica". Cittadino onorario di Chieti e Grand'Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana, continua il suo percorso fra la fede per l'arte e lo spettacolo e la genialità che lo ha reso famoso.