Versatile e amatissimo filmmaker britannico, ha trionfato ai BAFTA con il suo film d'esordio e ha continuato la sua vertiginosa salita verso Hollywood che è rimasta profondamente colpita dalle sue storie di persone in lotta contro luoghi sperduti ed estremi.

Studi "corti"
Nato a Hackney, nel 1972, da genitori di origine pakistana, Kapadia ha studiato cinematografia al Royal College of Art, dove ha realizzato i suoi primi cortometraggi: Indian Tales (1994); The Waiting Room (1996); Wild West (1996); e The Sheep Thief (1997) che si è aggiudicato il Premio Aaton al Festival di Locarno, raccontando le vicende di un ragazzo di strada.

Il debutto cinematografico con The Warrior - Il guerriero
Nel 2001, pensa di essere pronto per il grande salto nel settore lungometraggi e realizza The Warrior - Il guerriero, girato fra il deserto del Rajasthan e l'Himalaya. La pellicola narra le avventure di un capobanda di mercenari che raccolgono imposte lasciandosi alle spalle distruzione e morte che si innamora di una ragazzina. Il film, in lingua Hindi, ha un buonissimo successo e ottiene l'Alexander Korda Award per il miglior film, ma anche il Carl Foreman Award per la miglior promessa e viene nominato al BAFTA come miglior film in lingua non inglese. Viene anche proposto all'Academy Award come rappresentante inglese per la categoria miglior film straniero, nella corsa all'Oscar del 2003. Ma l'Academy lo rifiuta perché troppo inusuale e soprattutto perché la pellicola è stata girata da un regista che nonostante le sue origini, è totalmente britannico, così come sono britanniche le case produttrici che lo hanno finanziato. Insomma, il fatto che sia in lingua Hindi non ne fa una pellicola straniera.

Il mediocre esordio americano
Comunque notato da Hollywood, nel 2006, parte alla volta di Los Angeles e dirige quello che è il suo primo film di debutto statunitense: l'ennesimo psycho-thriller paranormale sulla falsariga orientale L'incubo di Joanna Mills. Ovviamente, il film passa quasi inosservato.

Il gelido Far North
Nel 2007, ci riprova con Far North, tratto dall'oscuro racconto breve di Sara Maitland "True North". Presentato in anteprima alla Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia, la pellicola descrive perfettamente come possano essere brutali ed epiche le lande artiche, che diventano teatro di disperazione e solitudini. È il film che ha entusiasmato di più Kapadia fin da quando il cosceneggiatore Tim Miller gli aveva presentato il suo adattamento cinematografico. Pensando che potesse essere girato in pochissimo tempo, il regista inglese viene impegnato da Far North per ben 5 anni di seguito, con un cast e una troupe internazionale al seguito, vivendo in una nave rompighiaccio russa e combattendo contro il gelo. Il risultato è un dramma minimal isolazionista che è visivamente affascinante, ma che non è riuscito a farsi piacere del tutto.

Il documentario su Ayrton Senna
Inaspettatamente, nel 2010, cambia registro e passa ai documentari. Kapadia si mette a lavoro in sala di montaggio e realizza Senna, un documentario sulla vita del triplo campione brasiliano di Formula 1 Ayrton Senna, fino alla sua morte il 1° maggio 1994, a soli 34 anni, sotto gli occhi di milioni di spettatori e telespettatori, nel circuito di San Marino, dove si svolgeva il Gran Premio.

Amy Nel 2015 presenterà al Festival di Cannes il suo atteso documentario su Amy Winehouse Amy - The Girl Behind the Name, che svela il lato umano dell'artista scomparsa a 27 anni, provata dall'eccesso di alcol e droga. Il film vincerà poi il premio Oscar come miglior documentario. Attore per gioco
Kapadia si è giocosamente prestato come attore in una piccola parte nel film dell'amico Ben Hopkins: The Nine Lives of Tomas Katz (2000).

Vita privata
È sposato con la regista Victoria Harwood dal 2006 e i due hanno un figlio.