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Apichatpong Weerasethakul

Apichatpong Weerasethakul. Data di nascita 16 luglio 1970 a Bangkok (Tailandia). Apichatpong Weerasethakul ha oggi 54 anni ed è del segno zodiacale Cancro.

The Thailandia-Star

A cura di Fabio Secchi Frau

È sbarcato nei lidi del cinema europeo come una vera scoperta, anche se ha un nome che è facile da dimenticare (e quasi impossibile da leggere). Si è riscattato dall'anonimato grazie a una filmografia che ne ha fatto una star tailandese che brilla di luce propria. Un nuovo volto da scoprire per chi non lo conoscesse e un grande e sempre gradito ritorno per chi lo ha già apprezzato. Maestro di quella sessualità torbida che non conosce limiti di genere e di età, aspira definitivamente allo status di Autore e di regista di gran razza. In una parola, Apichatpong Weerasethakul è un artista sorprendente e che merita la massima attenzione.
Nato nella profonda Thailandia nel 1970, figlio di due medici, è cresciuto a stretto contatto con l'ambiente ospedaliero. Studente prima di architettura e poi di cinema a Chicago, ha esordito nel circuito cinematografico con una serie di cortometraggi che ancora produce. Il primo di questa lunga serie di piccole perle è Bullet del 1993, cui seguiranno Kitchen and Bedroom (1994) e 0016643225059 (1994).

Il cinema come reincarnazione
Nel 2000, esordisce con il suo primo film Mysterious object at Noon, molto apprezzato in Francia. La pellicola è un esperimento vero e proprio, che mischia documentario e fiction e che racconta il viaggio dal paese di Thai a Bangkok, in cui il regista chiede alla gente che incontra il modo di continuare una storia su un ragazzo portatore di handicap e il suo insegnante. La vera conquista arriva però con Blissfully Yours, un altro documentario-fiction dove un trio di immigrati clandestini si lascia andare ai piaceri dell'eros in una foresta pluviale. Il film è unico nel suo genere. Si grida quasi al capolavoro. I titoli di testa appaiono a mezz'ora dall'inizio del film, i movimenti dei personaggi sono seguiti in tempo reale, scritte e disegni decorano la pellicola e la voce fuoricampo del protagonista maschile crea un effetto frastornante. In patria, la censura esplode per una sequenza decisamente hard, l'Europa invece vuole scavare più a fondo nei meandri della mente di questo nuovo piccolo "scienziato cinematografico pazzo".
Nei film di Weerasethakul, quando scorrono i titoli di testa, non si legge mai "diretto da", ma sempre "concepito da", a dimostrazione del fatto che il regista ha un rapporto penetrante e quasi carnale con ognuna delle sue opere. Perturbante e decisamente stravagante, anche la scelta di co-dirigere The Adventures of Iron Pussy, parodia degli 007, che ha come protagonista un agente segreto transessuale.
Nel 2004 arriva Tropical Malady, coprodotto da Marco Muller e montato da Jacopo Quadri, che riceve il Premio Speciale della Giuria a Cannes. Il film, che esplora la passione di due amici e le singolari conseguenze che questa porterà, dà forma a un mondo sempre più esotico ed erotico, al limite fra l'avanguardia concettuale e la tradizione nazionale.
Le sue trame si fanno più complesse, il regista ha finalmente un'ottima chance per farsi tenere d'occhio da altri mondi cinematografici, suscitando una curiosità che ancora oggi, nel 2006, con Syndromes and a Century, pellicola che parla di amore e corteggiamenti, sembra essere ancora viva. In quest'ultimo film, il regista mette in scena i ricordi adolescenziali dei suoi genitori, con il timidissimo dottor Toa che tenta di conquistare la sua collega Tei. Weerasethakul si presta anche come attore, in una piccola parte e rispecchia e rende vivo ciò che gli sta attorno immergendolo nella quotidianità più lucida e assorta che si conosca come un Antonioni dagli occhi a mandorla.

Le mille vite dello zio Boonme
Sempre pronto a riflettere su ciò che lo circonda, dalla globalizzazione all'omosessualità, preme l'acceleratore su un bisogno di semplicità e nostalgia per una perduta innocenza, sfogliando i toni lievi del vivere, rendendoli intimisti, e utilizzando immagini poetiche che risvegliano sensazioni delicate e labili. Con la sua eccentricità, colpisce nel segno ed è una svolta per il cinema tailandese, che sembra gridare, sotto tutti i fronti ed i generi: «Anche io esisto!».
Apichatpong ha fatto parte della giuria di Cannes nel 2008 e vi è ritornato nel 2010 con Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti, portandosi a casa il premio più ambito: la Palma d'oro. A stregare la giuria presieduta da Tim Burton è stata la delicatezza e la visionarietà con la quale ha realizzato un saggio filosofico sulla trasmigrazione dell'anima, unendo umani, piante, animali e spiriti.
Dopo Mekong Hotel (2012) e Cemetery of Splendour (2015), nel 2021 vince il premio della Giuria al Festival di Cannes con il film Memoria.

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