Edward G. Robinson (Emanuel Goldenberg). Data di nascita 12 dicembre 1893 a Bucarest (Romania) ed è morto il 26 gennaio 1973 all'età di 79 anni a Los Angeles, California (USA).
Nel 1973 ha ricevuto il premio alla carriera al Premio Oscar. Dal 1949 al 1973 Edward G. Robinson ha vinto 3 premi: Festival di Cannes (1949), Premio Oscar (1973), SAG Awards (1970).
Di origini ebree, Edward G. Robinson si trasferì con la famiglia negli Stati Uniti all'età di dieci anni. Iniziò molto presto a recitare sul palcoscenico, tanto che nel 1915, dopo che l'Accademia d'Arte Drammatica lo premiò con una borsa di studio, fece il suo debutto a Broadway. Una delle sue prime interpretazioni fu la commedia The Kibitzer, scritta da lui stesso insieme a Jo Sterling. Attore di grande carisma e di straordinaria incisività, negli anni Venti Robinson riuscì ad affermarsi sui palcoscenici newyorkesi come sensibilissimo interprete di opere classiche (eccelse in testi di Shakespeare e Shaw) e moderne. Così nel giro di un decennio divenne uno stimatissimo interprete di teatro. Il cinema non poté rimanere indifferente di fronte al suo inestimabile talento, così nel 1923 gli offrì una parte da comprimario nel film The Bright Shawl (Lo scialle lucente). Ma il grande successo hollywoodiano sarebbe arrivato col cinema sonoro, quando nel 1931 interpretò il personaggio di Rico, lo spietato gangster protagonista del film Little Caesar (Piccolo Cesare, 1931) di Mervyn Le Roy. Piccolo di statura, massiccio, arcigno, dallo sguardo raggelante, e dal fare sbrigativo, questo era il tipo di gangster che Robinson portò sullo schermo. Egli possedeva indubbiamente il fisico e il temperamento adatti per impersonare i delinquenti e gli affaristi corrotti che in quel tempo imperversavano nelle grandi metropoli e riempivano le cronache dei giornali nell'America. Ma Edward G. Robinson era anche un uomo colto e un grande artista di estrazione teatrale, adorava la pittura tanto da arrivare ad avere, verso gli anni Cinquanta, una delle più prestigiose collezioni di quadri di tutto il mondo. Ma purtroppo rimase sempre legato al cliché del gangster ed ebbe raramente la possibilità di mettere in luce, in ruoli diversi, il suo eccezionale talento recitativo. Registi intelligenti quali Lang, Ford e Wilder provarono a ribaltare la sua immagine cinematografica trasformandola in quella di un semplice uomo comune vittima di circostanze avverse, ma, nel complesso, si può affermare che di fatto Robinson non ebbe ad Hollywood lo spazio che davvero meritava. Anche se a partire dai primi anni Quaranta, l'attore cominciò a ricevere interessantissime offerte che gli permisero di esprimere in modo decisamente notevole il suo formidabile talento interpretativo, tanto intenso e sofferto quanto disinvolto e sagace. Indimenticabile nel ruolo del folle capitano di una nave di Sea Wolf (Il lupo dei mari, 1941) di Michael Curtiz, o in quello dell'assicuratore arguto e bonario di Double Indemnity (La fiamma del peccato, 1944) di Billy Wilder, o in quello del tormentato professore di criminologia di The Woman in the Window (La donna del ritratto, 1945) di Fritz Lang. Tali ruoli prescindevano da quello stereotipato del delinquente senza scrupoli, e rivelavano altri e più raffinati aspetti della sua recitazione. Oggi però ci si ricorda soprattutto (o solo) del rude e malavitoso Rico. A cavallo tra gli anni Trenta e i primi anni Quaranta, Robinson impegnò il suo nome, il suo tempo e il suo denaro, in molte cause progressiste, impegno che pagò a caro prezzo durante il maccartismo. Benché non fosse affatto comunista, il fatto di condividere gli ideali democratici fece sì che il suo nome fosse inserito per qualche tempo nella lista nera. Questi trascorsi, unitamente alla sua propensione verso ruoli di caratterista, relegarono Edward G. Robinson in parti di spalla per il resto della sua carriera, seppure in una vasta gamma di ruoli di altissimo livello. Negli anni Cinquanta, vistosi accantonato dal cinema (che gli offrì solamente un ruolo di discreto rilievo nel kolossal The Ten Commandments, I dieci comandamenti, diretto da Cecil B. DeMille nel 1956), tornò al suo vecchio amore: il teatro. Nel 1956 infatti, ottenne un rinfrancante successo rappresentando il testo di Robert Cormier, Middle of the Night (Nel cuore della notte), accanto ad una giovanissima Gena Rowlands. Intanto la sua vita privata stava passando un momento decisamente difficile: le condizioni mentali dell'amata moglie Gladys Lloyd, sposata nel 1927, peggioravano di giorno in giorno, e il figlio quasi trentenne, Edward G. Robinson jr., al quale aveva sempre concesso poco di sé - talmente preso dal lavoro, ma che aveva sempre amato -, era alcolizzato e trascorreva spesso le notti in prigione. Nel 1956 divorziò dalla sua prima moglie e sposò Jane Robinson, che gli stette amorosamente accanto fino alla morte. Gli anni Sessanta lo videro tornare trionfalmente sullo schermo in ruoli di notevole spessore, come quello dell'eccentrico regista cinematografico di Two Weeks in Another Town (Due settimane in un'altra città, 1962) di Vincente Minnelli, e quello del "re del poker" in The Cincinnati Kid (Cincinnati Kid, 1965) di Norman Jewison. Robinson concluse la sua straordinaria carriera con la toccante interpretazione dello stanco umanista che si lascia morire al suono della Sinfonia pastorale in Soylent Green (2022: I sopravvissuti, 1973) di Richard Fleischer. Spentosi per un cancro all'età di settantanove anni, ricevette postumo un Oscar alla carriera.