Qui in Italia, chi seguiva il telefilm La squadra, ha incontrato il suo volto molte volte, di solito sempre autoritario e saggio, sempre in grado di dare buoni consigli anche quando nell'aria si respirava la tensione. Renato Carpentieri è uno dei più fumosi e migliori attori campani in circolazione. Una vera e propria musa coi baffi, promosso a pieni voti dalla critica e dal pubblico.
Origini e formazione
Dopo aver studiato architettura a Napoli, dal 1965 al 1974 svolge l'attività di organizzatore e promotore teatrale e cinematografico con il gruppo Nuova Cultura, occupandosi però esclusivamente di teatro solo dal 1975, anno in cui entrerà come socio fondatore nel Teatro dei Mutamenti di Napoli, di cui faranno parte anche Roberto Ferrante, Massimo Lanzetta e Lello Serao. Lì debutta come attore nel 1976 in "Serata futurista" con la regia di Ferrante, al quale seguono spettacoli come "BerlinDada" (1977). Nello stesso anno, passa anche lui al mestiere di regista firmando: "Maestri cercando: Elio Vittoriani" e "Lieto fine" di Brecht, messo in scena con la Compagnia Ipocriti. Per tutti gli anni Settanta si distinguerà in allestimenti e drammaturgie come: "Il nipote di Rameau" (1978), "Kabarett" (1979), "Le abbé napolitain, ovvero Storie di Ferdinando Galiani" (1981), "Negli spazi oltre la luna - Stramberie di Gustavo Modena (1983). Una volta uscito dal Teatro dei Mutamenti, continuerà a lavorare con altri registi e altre compagnie, portando in scena "Zeitnot" (1984), "La grande sera" (1985), "Comedians" (1986, diretto da Gabriele Salvatores), Morte accidentale di un anarchico (1987, accanto a Dario Fo), "Teatrino scientifico - Resurrezione" (1989), "La nave nel deserto" e "L'acquisto dell'ottone" (entrambi del 1990).
Il debutto sul grande schermo
Dopo essere passato alla Società Napoletana di Poesia, debutta finalmente sul grande schermo diretto dal grande Gianni Amelio nella trasposizione cinematografica di un romanzo di Leonardo Sciascia: Porte aperte (1990), all'interno di un cast eccellente che annoverava anche Gian Maria Volonté ed Ennio Fantastichini. Dopo L'attesa (1991), è accanto a Nanni Moretti ne Il portaborse (1991), seguito da Nessuno (1992) e Morte di un matematico napoletano(1992).
Nel 1992, Amelio lo rivorrà in un suo film, Il ladro di bambini, poi sarà la volta di un amico, il regista Salvatores, che lo inserirà in Puerto Escondido (1992) storia di un uomo in fuga dopo essere stato testimone di due omicidi, dove, per la sua indiscutibile bravura nel disegnare il personaggio del commissario Viola, sarà premiato con il Nastro d'Argento come miglior attore non protagonista. Nel 1993, recita per i fratelli Taviani in Fiorile e poi torna a Salvatores con Sud (1993).
Lo stesso anno, ritrova Nanni Moretti in veste di attore/regista in Caro Diario (1993), poi arriva la nomina a direttore artistico dello storico gruppo di sperimentalismo teatrale Libera Scena Ensemgle, dove si fa baluardo di un teatro popolare e filosofico, attratto dai contenuti alti, ma anche più fruibile al pubblico, dando così vita a una serie di laboratori e rappresentazioni in strada davvero edificanti come: "Riccardo II" (1993), "Histoire du soldat", "Il giardino del teatro", "La nascita del teatro" (1996-1997), "Sale di museo" (1996-1998), "Jacques e il suo padrone (1996), "Medea" (1996) e "Amleto" (1998).
I film di successo
Attore incredibilmente poliedrico, si fa notare anche in pellicole come: Il giudice ragazzino (1994), Nemici d'infanzia (1995), Il verificatore (1995), Il figlio di Bakunin (1997), Cinque giorni di tempesta (1997) e Artemisia - Passione estrema (1997). Grande amico e collaboratore di Mario Martone che lo ha diretto (oltre che sul palcoscenico) anche nel cinema con I vesuviani (1997) e Teatro di guerra (1998), continua a esprimere tutta la sua potenza recitativa in titoli come: La voce del sangue (1999), Il manoscritto di Van Hecken (1999), il comico Asini (1999), I fetentoni (1999), La vita altrui (2000), il film tv Piccolo mondo antico (2001), Il Consiglio d'Egitto (2002), La vita degli altri(2002) e la miniserie gialla Don Matteo (2002), dove per 16 puntate ha vestito i panni del Vescovo.
Nel 2004, dopo Tre giorni di anarchia, recita (sporadicamente) per il telefilm poliziesco La squadra (2005-2007), cui segue la pellicola Il dolce e l'amaro (2007). Nel 2011 torna sul grande schermo con il film Corpo celeste, diretto da Alice Rohrwacher, e con La scoperta dell'alba di Susanna Nicchiarelli. Nel 2014 partecipa al film di Gianfranco Pannone Sul Vulcano e nel 2016 è uno dei quattro naufraghi all'Asinara ne La stoffa dei sogni di Gianfranco Cabiddu.Vince il David di Donatello per il miglior attore protagonista per il film di Gianni Amelio La tenerezza, tratto dal romanzo di Lorenzo Marone "La tentazione di essere felice". L'anno successivo ritroverà Micaela Ramazzotti (anche nel film di Amelio) in Una storia senza nome di Roberto Andò e sempre nel 2018 reciterà in un film di Valerio Mastandrea dal titolo Ride.Per Gianni Amelio recita ancora in Hammamet (2020), mentre in seguito sarà diretto da Edoardo Ponti (La vita davanti a sé) e Sorrentino (È stata la mano di Dio).