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Viola Dana

Viola Dana (Virginia Flugrath) è un'attrice statunitense, è nata il 26 giugno 1898 a New York City, New York (USA) ed è morta il 3 luglio 1987 all'età di 89 anni a Los Angeles, California (USA).

Mary Flugrath era una donna frustrata; sognava di fare l'attrice, ma dopo il matrimonio aveva dato alla luce, una dopo l'altra, tre figlie e detto addio ai suoi desideri. Come spesso accade, però, aveva deciso che quanto le era stato negato sarebbero state le figlie a ottenerlo. E, sin da piccole, Edna, Virginia, detta Viola, e Leonie furono letteralmente spinte dalla madre sui palcoscenici di Broadway, apparendo ovunque fosse richiesta in scena la presenza di una bambina (o anche di un bambino).
Un bel giorno Viola, che era la più vivace delle tre, venne scelta per interpretare The Poor Little Rich Girl, una commedia di Eleonor Gates, divenuta un classico del teatro e del cinema (lo interpretarono Mary Pickford qualche anno dopo e Shirley Temple nel sonoro). Lo spettacolo ebbe recensioni favorevoli, Viola fu ritenuta perfetta nel ruolo e le repliche proseguirono per diversi mesi; successivamente vi fu anche una tournée in provincia. Quando la compagnia si sciolse, Viola, assieme alla sorella Leonie, che aveva assunto il nome d'arte di Shirley Mason (avrà in seguito una lunga carriera cinematografica), venne chiamata alla Edison per il film A Christmas Carol (1910) dal celebre racconto di Dickens. Regista fu John Hancock Collins che Viola sposò appena sedicenne agli inizi del 1915, dopo che questi l'aveva diretta in una miriade di film, facendone una delle giovani attrici più ammirate, generalmente in ruoli dove appariva inizialmente come una ragazza stravagante e poco affidabile, per dimostrarsi alla fine la più saggia e onesta di tutti.
Nel 1916 Collins (che morirà di febbre spagnola nel 1918) e Viola passarono alla Metro. Primo film fu The Flower of No Man's Land, dove Viola interpretava Echo, una ragazza bianca allevata tra gli indiani, la quale, dopo aver provato una delusione con l'uomo di città di cui s'era innamorata, ritorna nella prateria ad essere il «fiore della terra di nessuno».
Alla Metro, Viola avrà molte occasioni di mostrare la sua versatilità professionale che le permetteva di passare indifferentemente da ruoli drammatici come Satan Junior (1919), dove di certo non è una figura angelica, a quelli brillanti in cui eccelleva un regista che andrebbe oggi rivisitato, chiamato Harry Beaumont. Questi la diresse in una decina di film, in genere commedie briose, ricche di situazioni esilaranti e dialoghi spiritosi, come June Madness (1922), ove pianta in asso sull'altare il promesso sposo per correre dietro ad un musicista jazz; They Like 'em Rough (1922), una bisbetica domata in chiave newyorkese; Crinoline and Romance dove, da fanatica del ballo, si esibisce in un frenetico charleston. Infatti, spesso nei suoi film Viola balla, mettendo in evidenza quanto aveva imparato da piccola quando mamma Flugrath aveva fatto frequentare la scuola di danza alle tre figliolette. Quando finì la stagione del muto, finì anche la carriera cinematografica di Viola Dana. Nel passaggio dal muto al sonoro, vennero privilegiati nuovi attori provenienti dai teatri di Broadway - dichiarava Viola a DeWitt Bodeen che la intervistava per "Films in Review". Non che ci fossero problemi per la voce, per me come per tanti altri, come scrivevano in giornaletti di cinema. Semplicemente ci hanno ignorato. E di colpo sono diventata una has been.

Da Le dive del silenzio, Le Mani, Genova, 2001.

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