Di solito lo si intravede di più sul teatro, invece che sul grande schermo. Per questo c'è da dire che come interprete Vincenzo Bocciarelli è più un animale da palcoscenico. Una scuola, quella del Teatro Piccolo di Milano, che gli ha insegnato la padronanza di voce e corpo sulla scena, nonché la coscienza di se stessi in relazione al personaggio che si interpreta. Una carriera che, oltre ai grandi nomi del palco nostrano, richiama anche splendidi e aspri nomi del nostro cinema, uno su tutti quello di Irene Papas. Dare il massimo, questo è il suo obiettivo.
Attore mantovano, ma cresciuto a Siena fino ai 16 anni, dopo aver preso la maturità presso l'Istituto d'Arte Duccio Da Boninsegna, studia discipline artistiche sotto la guida di Marcel Maceau, Carolyn Carson, Mischa von Hoecke, Klaus Maria Brandauer e Teodoros Terzopoulos. Diplomatosi, nel 1993, alla scuola del Teatro dell'Europa, diretta da Giorgio Strehler, esordisce come attore teatrale, proprio diretto da quest'ultimo, nel "Faust". Passa poi a Glauco Mauri e Giorgio Albertazzi, imponendosi sulle scene teatrali italiane soprattutto in tragedie greche come "Edipo Re" e "Edipo a Colono" e drammi shakesperiani come "La tempesta", "Il mercante di Venezia" e il "Re Lear". Non disdegna neanche opere moderne quali "L'angelo azzurro" e vince il Pericle d'Oro come personaggio dell'anno.
Debutta nel piccolo schermo ne La Squadra (2000), Il bello delle donne 2 (2001) e Incantesimo 5 (2002), poi emerge tra festini e lussi nella pellicola di Florestano Vancini E ridendo l'uccise (2005). Ritorna al piccolo schermo apparendo in Un caso di coscienza 2 (2005) di Luigi Perelli, seguito da un episodio di Don Matteo (2006) con Terence Hill.
Particolarmente noto per il ruolo di Andrea Obrofari che ha recitato nella miniserie Orgoglio, dal 2004 al 2006, con Elena Sofia Ricci e Paolo Ferrari, veste i panni di Caligola nel film tv L'inchiesta (2006) di Giulio Base, che poi lo rivorrà in Pompei (2007).