Germano Haiut, nato a Pernambuco, confessa che per lui non è stato semplice interpretare Shlomo, il sobrio, seppur dal cuore tenero, sovrintendente della sinagoga a Bom Retiro e vicino di casa del nonno di Mauro. "Sono incline a lasciarmi andare e mi piace scherzare. C'era questa scena dove dovevo discutere, arrabbiarmi moltissimo con Mauro, ma non potevo guardare quel bel ragazzino con i suoi occhioni blu, dall'aria così intelligente, e provare ostilità. Ho dovuto fare un duro lavoro su me stesso e fare affidamento sulla pazienza di Cao per essere in grado di interpretare quella scena. Credo di esserci riuscito", racconta l'attore sessantottenne, che è contento di rivelare di non aver mai studiato recitazione.
Sebbene non abbia dedicato la sua vita alla recitazione, Germano ha già lavorato come dilettante ed è legato ai maggiori movimenti teatrali nati a Recive negli ultimi decenni. Negli anni '60 ha fatto parte della Comunità Teatrale Ebraica a Recife e del leggendario teatro Studentesco di Pernambuco (TEP). Consapevole del suo ruolo di cittadino, Germano ha partecipato attivamente a progetti culturali come il ripristino della Sinagoga Tzur Israeli (la Rocca d'Israele), la prima nelle Americhe, costruita nel 1636 durante l'occupazione olandese della città, dove oggi si trovano i quartieri vecchi di Recife.