Oltre a Mel Gibson e Russell Crowe, ci sono altri duri oceanici degni di lode che hanno regalato al cinema mondiale alcune performances ad alto tasso di adrenalina. Uno di questi fu senza alcun dubbio Richard Morgan che si pose come crocevia fra cinema e spettacolo, con ruoli accomunati dalla schiettezza e da tinte forti e virili.
Attore australiano, esordì giovanissimo, nel 1975, in un episodio della serie tv australiana Homicide (1964-1976), mentre il suo debutto sul grande schermo avvenne l'anno seguente in un piccolo ruolo della pellicola Il cortile del diavolo di Fred Schepisi. Stesso periodo in cui entrò nel cast della fortunata serie tv The Sullivans, che andò in onda dal 1976 al 1983, nel ruolo del figlio minore di una numerosa famiglia australiana.
Una volta terminate le riprese del telefilm, ritornò sul grande schermo, apparendo come cooprotagonista nello sportivo Corri cavallo corri (1983) di Simon Wincer, storia di Phar Lap, cavallo da corsa australiano che vinse tutti i derby del mondo e morì in circostanze singolari. Dopo alcune pellicole inedite in Italia (Innocent Prey e Silver City, entrambe del 1984), alcuni ruoli televisivi (Sons and Daughters e Home and Away), nonché una parte nell'horror Outback Vampires (1987), John Milius lo scelse per una piccola parte nell'avventuroso Addio al re (1989) con Nick Nolte.
Proseguì poi la sua carriera solo e unicamente nell'ambito televisivo, dove aveva trovato la sua dimensione, ma prese una pausa dal mestiere di attore per dedicarsi, con successo, al business dell'informatica, fra gli anni Novanta e il Duemila. Il suo ultimo ruolo fu quello di Reg Masters nel telefilm Stingers.
Sposato con Lisa Morgan, dalla quale ha avuto due figlie Ella e Zoe, morì in un ospedale di Melbourne all'età di 48 anni per una malattia neurologica degenerativa e durante il suo funerale il cantante e amico d'infanzia Paul Kelly, in sua memoria, cantò la canzone "Meet Me in the Middle of the Air".