Nata a Trieste da genitori sloveni, Ita partecipò nel 1926 ad un concorso di bellezza bandito dalla Universal Film e risultò vincitrice. Il titolo di «miss» le dava diritto ad un contratto con la Ostermayr-Film di Berlino, dove in effetti Ita ebbe una particina di pochi istanti in un film dove si cercava di mettere in guardia i giovani dai pericoli delle malattie veneree, Was Kinder ihren Eltern verschweigen (1927). Bastarono però quei pochi istanti perché a Ita Kravanja (che decise di chiamarsi Ita Rina) venissero proposte altre partecipazioni a film in corso di realizzazione, cosa che la giovane miss accettò volentieri. Dopo aver seguito anche un corso di danza, Ita se ne tornò a Trieste dove la raggiunse Gustav Machaty per proporle di interpretare Erotikon (1929), una storia semplice ma profondamente suggestiva non solo per le immagini per l'epoca ardite e voluttuose, ma per la forza naturale con cui la vicenda veniva esposta. È rimasta famosa, durante la scena della seduzione, un'immagine parallela di due gocce d'acqua che, scorrendo su di un vetro, finiscono per congiungersi. Ma è anche sul volto di Ita, soprattutto, che lo spettatore poteva leggere la tensione emotiva, un certo timore misto a desiderio, la sofferenza ed infine l'appagamento completo dei sensi. La sensualità espressa da Ita in questa sequenza non è torbida, ma voluttuosamente tesa ad un'estasi senza peccato.
Erotikon, sicuramente il maggior risultato del cinema cecoslovacco al tempo del muto, ebbe un vasto successo in tutto il mondo e proiettò Ita in una dimensione divistica che tutto sommato non le era congeniale; l'essere etichettata come una sorta di vamp dell'Europa dell'est era probabilmente l'ultimo dei suoi desideri. Nel successivo Hanba (1929), Ita è moglie sospettata ingiustamente di tradimento, in Der Walzerkönig (1930), sulla vita di Strauss, si lascia andare a vorticosi valzer, mettendo a frutto le lezioni di danza berlinesi, mentre Wellen der Leidenschaft (1930) lo va a girare in Lettonia con il russo Gaidarov e l'italo-olandese Raimondo van Riel.
Al ritorno sarà l'interprete di un altro capolavoro del cinema cecoslovacco, Tonka Sibenice (1930), un film ancora muto ma con effetti sonori. Tonka è una prostituta che accetta di esaudire l'ultimo desiderio di un condannato a morte. Non sarà un rapporto mercenario, ma una vera e propria notte d'amore, perché Tonka saprà esprimere un insospettato sentimento di tenerezza e quasi di protezione verso l'uomo che l'indomani salirà sulla forca.
Con la sua dolce bellezza, Ita rese il personaggio della prostituta con una toccante umanità. Ma Tonka Sibenice fu anche il suo canto del cigno: poco dopo si sposò e dette un addio al cinema.
La si rivide, anni dopo, in qualche film céco o tedesco, in parti laterali, però non era più lei. Ma ogni qual volta Érotikon o Tonka Sibeniceritornano in qualche retrospettiva, sullo schermo rivive integra la magia di questa stupenda e misconosciuta Ita Rina.
Da Le dive del silenzio, Le Mani, Genova, 2001.
