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Adriana Asti

Adriana Asti (Adriana Ast) è un'attrice italiana, è nata il 30 aprile 1931 a Milano (Italia).
Nel 2004 ha ricevuto il premio come miglior attrice al Nastri d'Argento per il film La meglio gioventù. Dal 1974 al 2004 Adriana Asti ha vinto 4 premi: David di Donatello (1974), Nastri d'Argento (1974, 1977, 2004). Adriana Asti ha oggi 93 anni ed è del segno zodiacale Toro.

Anima desnuda, grande diva

A cura di Fabio Secchi Frau

Disinvolta, perfino scorretta, in fondo più umana. Adriana Asti è l'anima desnuda del teatro italiano che, influenzata dallo spirito più inquieto (almeno dal punto di vista storico) della rivoluzione culturale del '68, si è fatta più ardita. Attrice teatrale e cinematografica (nonché doppiatrice) ha lasciato che, di tanto in tanto, la sua mano femminile svicolasse decisa persino sul fondoschiena dell'amato cinema europeo, anche se non sempre l'abito e l'atmosfera sono da serata di gala con grandi autori. Un gesto da ruvido West, che deve esserle rimasto appiccicato dopo che tanti registi hanno visto in lei un'interprete grandiosa e travolgente di pellicole che sfioravano l'erotico. Altra storia e altra stoffa, ovviamente. Perché la recitazione davanti alla cinepresa è quanto di più diverso esista da quella di fronte al grande pubblico di un teatro. Ma addosso, e in entrambe le dimensioni, le è rimasta la stessa originalità ironica e molto milanese.

Nata a Milano il 30 aprile 1933, comincia a recitare negli Anni Cinquanta, esclusivamente a teatro, sotto l'ala protettiva di Giorgio Strehler e del suo Piccolo Teatro di Milano. Già nel 1952, recita accanto a Lilla Brignone, Alberto Lupo, Romolo Valli, Tino Buazzelli e Tino Carraro in "Elisabetta d'Inghilterra". Seguiranno un gran numero di performances sul palcoscenico, tutte da trattenere il fiato, ma fra le tante si ricordano principalmente: "Questa sera si recita a soggetto" (1962) di e con Vittorio Gassman; "Mito e Libertà" (1962), sempre con Gassman alla regia; "Le bonnes" (1980) con Manuela Kustermann, "Santa Giovanna" (1984); "Giorni felici" (1985, poi replicato nel 2010); "La locandiera" (1986); "Tre uomini per Amalia" (1988) e "Ferdinando" (2000). Anche se forse la sua più grande interpretazione rimane quella in "Alcool" da lei scritto e interpretato che le fa ottenere i Premi Siae e Duse.

L'entrata nel circolo intellettuale di Pasolini
Parallelamente a questo cammino, di tanto in tanto, Adriana Asti si concede al cinema. Inizialmente, lo fa debuttando in un film di Leopoldo Trieste, poi ha un piccolo ruolo nello scandaloso Rocco e i suoi fratelli (1960) di Luchino Visconti. È però l'incontro con Pier Paolo Pasolini a spingerla verso il suo primo ruolo da protagonista in Accattone (1961). L'esordio (e capolavoro) del grande maestro del cinema italiano, segna per lei un passo decisivo nella sua lunga e fortunata carriera cinematografica che, oltretutto la metterà in contatto con il circolo di artisti che si riunivano attorno alla figura dell'intellettuale, grazie al quale conoscerà anche il suo futuro marito Bernardo Bertolucci. È infatti dopo il film di Franco Brusati Il disordine (1962), che Bertolucci la inserisce come protagonista femminile di Prima della rivoluzione (1964), grazie al quale riuscirà a ottenere una candidatura ai Nastri d'Argento come miglior attrice protagonista.

Fra alto e basso
A questo film, seguirà Capriccio all'italiana, pellicola di sei episodi diretta (fra i tanti) da Mauro Bolognini, Mario Monicelli e Pasolini. Non è di alta qualità ma, ha nel cast volti nuovi e vecchi del cinema italiano (Franco & Ciccio, Totò, Ira Fürstenberg etc.), con i quali la Asti sembra integrarsi benissimo. Continuamente sospesa fra un registro alto e uno basso, passa con versatilità dall'evocativo Metti una sera a cena (1969) di Giuseppe Patroni Griffi al comico Anche se volessi lavorare, che faccio? (1972) con Vittorio Caprioli, dal film in costume Ludwig (1973), con Silvana Mangano e ancora diretta da Visconti, a pellicole di genere eroti-comico o thriller (Più tardi Claire, più tardi..., Una tarantola dalla pelle calda, Homo Eroticus, Le notti peccaminose di Pietro l'Aretino, La schiava io ce l'ho e tu no, Chi dice donna dice donna, Maschio latino cercasi e tante altre), fino a raggiungere vette altissime e in stato di grazia come in Una breve vacanza (1973) di Vittorio De Sica, grazie al quale otterrà il suo primo Nastro d'Argento come miglior attrice non protagonista. Voluta da Luis Buñuel in Il fantasma della libertà, nel 1974 riceve un David di Donatello Speciale proprio per la sua grande ecletticità.

Il sodalizio artistico con Bolognini e Brass
L'anno seguente, il sodalizio artistico con Mauro Bolognini si stringe maggiromente con risultati di grande qualità. Prima la dirige in Per le antiche scale, accanto a Marcello Mastroianni, poi nel 1976, si guadagna il suo secondo Nastro d'Argento come miglior attrice non protagonista per uno dei film del regista (L'eredità Ferramonti) e, infine, nel 1977, è di nuovo sotto la sua direzione in Gran bollito, che traspone le vicende della saponificatrice di Correggio, la prima serial killer italiana. Importante anche il breve ma intenso lavoro fatto con Tinto Brass (Io, Caligola con Peter O'Toole del 1977 e Action del 1980). Diventata moglie di Giorgio Ferrara, recita principalmente nei suoi film, fra i quali spicca Un cuore semplice con Alida Valli (1977).

Il grande ritorno con La meglio gioventù
Dagli Anni Ottanta in poi, con la crisi del cinema italiano, le sue apparizioni si fanno più diradate. Recita per Carlo Mazzacurati in Il prete bello (1989), è accanto a Franca Valeri in Tosca e altre due (2003) ma è con l'intenso ritratto della matriarca Adriana in La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana (che poi la rivorrà in Quando sei nato non puoi più nasconderti) che riesce a guadagnarsi un nuovo Nastro d'Argento come miglior attrice protagonista (che divide con le altre interpreti del film, Jasmine Trinca, Sonia Bergamasco e Maya Sansa).

Gli sceneggiati
Per quanto riguarda la televisione, Adriana Asti non scappa via dagli sceneggiati italiani (Partita a quattro del 1954, Il cuore e il mondo del 1958, George Washington ha dormito qui del 1959, La fiera della vanità), in più, sarà diretta da Vittorio Cottafavi nella trasposizione per il piccolo schermo della Antigone di Sofocle nel 1971 e nel 1995 è sempre Bolognini a volerla come una delle protagoniste di Famiglia Ricordi.

Alla radio
Instancabile lavoratrice, si diletta anche nella prosa radiofonica targata RAI con "L'allodola" (1954) e "Tartufo" (1956).

"Sotto il divano"
Ma non è solo attrice, la Asti diventa anche conduttrice di un programma tutto suo verso la fine degli Anni Settanta. Si tratta del talk show "Sotto il divano".

Il doppiaggio
È stata doppiatrice, fra gli Anni Cinquanta e Sessanta, di molte attrici italiane: Claudia Cardinale, Stefania Sandrelli, Lea Massari, Marisa Allasio, Rosanna Schiaffino e Anna Maria Alberghetti.

Vita privata
Dopo essere stata la moglie di Bernardo Bertolucci, il 22 dicembre 1980, sposa Giorgio Ferrara.

Ultimi film

Drammatico, (Italia - 2018), 90 min.
Documentario, (Italia - 2013), 105 min.
Drammatico, (Francia - 2011), 111 min.
Drammatico, ( - 2003), 360 min.
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