Eve Francis (Eve François) è un'attrice belga, è nata il 24 agosto 1886 a St. Joost-en-Noode (Belgio) ed è morta il 6 dicembre 1980 all'età di 94 anni a Neully-sur-Seine (Francia).
Attrice di teatro di una certa rinomanza nella patria natìa, capitò spesso ad Eve Francis di presentarsi sulle scene parigine. Nel 1915 incontrò un oscuro critico teatrale, Louis Delluc, del quale si innamorò. Delluc odiava il cinema, ma quando Eve lo portò a vedere The Cheat di Cecil B. DeMille, comprese come quelle tanto esecrate e tremolanti immagini potevano esprimere una nuova forma d'arte. E, sempre spinto da Eve, che sposerà nel 1918, diventerà uno dei più appassionati scrittori di cose cinematografiche. Nel 1919 scriverà per Germaine Dulac La Fête espagnole, dove Eve è la protagonista. Il film, di cui oggi resta solo un frammento, è la storia di due uomini rivali in amore, che si batteranno in un duello mortale per la capricciosa gitana Soledad, la quale, nel finale, scavalcherà indifferentemente i due cadaveri tra le braccia di un altro amante. Subito dopo, in Le Silence (1920) - stavolta il regista è Delluc - Eve è la visione che tormenta l'uomo che l'ha uccisa. «Un monologo per immagini», come viene definito il film, anche questo oggi perduto, che fa innalzare per l'interpretazione dei veri e propri peana.
Sarà così anche per i successivi Fièvre (1921), Le Chemin d'Ernoa (1922) e La Femme de nulle part (1922), quest'ultimo considerato un film dalla bellezza immobile: Eve è una donna già avanti negli anni che torna nei luoghi della giovinezza, nella speranza di ritrovarne le gioie, ma se ne ripartirà verso il nulla da dove è venuta, delusa e avvilita. Sul suo volto accoratamente mesto, pur nella quasi impassibilità, è possibile cogliere tutta la desolazione di una condizione umana.
«Cette figure tragique - scrive F.-Ph. Amiguet in "Cinema!Cinema!" (1923) - où déferlent d'humaines passions, brille d'un éclat incomparable au ciel de la cinématographie francaise».
Ma occorre anche puntualizzare che se Eve Francis viene dagli storici francesi considerata una diva, il suo alone è ristretto ai circoli intellettuali, ai cineclub, agli estimatori di quel cinema di qualità, come è stato quello dei Delluc, dei L'Herbier, di Epstein, della Dulac, l'avanguardia parigina degli anni Venti.
Il pubblico non si appassionava molto a queste storie rarefatte e prive di scene à sensation come potevano offrire i coevi trionfanti ciné-romans, o di fastose scenografie, come si ammiravano nei film degli immigrati russi.
Né le fu data occasione, dopo la morte di Delluc nel 1924, di interpretare dei film che la promuovessero ad una maggiore contiguità con il grosso pubblico. Il prosieguo della carriera di Eve Francis, a parte Antoniette Sabrier (1926), si svolse in parti marginali ed indistinte.
Da Le dive del silenzio, Le Mani, Genova, 2001.