Alta, bionda, affascinante e dotata di uno spigliato quanto incontenibile senso dell'umorismo: queste sono le caratteristiche principali dell'indimenticabile Phyllis Haver. Sta suonando il pianoforte in una sala cinematografica quando viene ingaggiata, nel 1915, per essere una delle "Bathing Beauties" (le "Bellezze al bagno") di Mack Sennett, per il quale comincia ad interpretare una lunga serie di comiche. Pur rimanendo un formidabile sex symbol degli anni Dieci e Venti, l'attrice dimostra di essere una vivacissima quanto raffinata attrice brillante. Interpreta svariate commedie al fianco di Ben Turpin (come Married Life, Vita matrimoniale, del 1920, e A Small Town Idol, L'idolo del villaggio, del 1921), e lavora anche con Buster Keaton in The Balloonatic (In mongolfiera!, 1923). In seguito fa apparizioni significative in molti lungometraggi, tra cui Fig Leave (Le disgrazie di Adamo) di Howard Hawks, What Price Glory? (Gloria) di Raoul Walsh, Three Bad Men (I tre furfanti) di John Ford e Up in Mabel's Room (Su in camera di Mabel) di E. Mason Hopper, tutti del 1926, The Way of All Flesh (Nel gorgo del peccato) di Victor Fleming e Chicago (id.) di Frank Urson, entrambi del 1927, e The Battle of the Sexes (La battaglia dei sessi, 1928) di David Wark Griffith. Nel 1929 la graziosissima Phyllis Haver sposa un milionario di Manhattan, e l'anno seguente si ritira definitivamente dal cinema. La sua morte per avvelenamento da barbiturici, nel 1960, verrà archiviata come suicidio.