Un'attrice non classificabile, fisicamente adatta a qualsiasi ruolo e che ha trovato uno spazio ben preciso nel panorama cinematografico spagnolo, lontana dalle mode delle stagioni glamour, dimostrando grande vitalità artistica e mirabile determinazione anche a teatro.
Gli studi
Figlia di un'arredatrice e di un impresario edile, fin da piccola sogna di diventare attrice, ma per tranquillizzare suo padre studia per due anni come regista e per un anno montaggio. Trasferitasi a Madrid, studia nella scuola di Cristina Rota, ma per pagarsi gli studi accetta anche di lavorare come cameriera e di partecipare ad alcune gare sportive. Prima di finire gli studi, conosce quello che sarà il suo compagno, l'attore Luis Tosar e con lui comincia anche a trovare i primi ruoli, per esempio in qualche telefilm (Raquel busca su sitio, 2000, di Jaime Botella con Leonor Watling).
Il debutto cinematografico
Joaquín Oristrell la nota e le chiede di recitare il ruolo di Belén, una giovane attrice che ha un difficilissimo rapporto con sua madre nel film Sin vergüenza (2001) con Candela Peña e Rosa Maria Sarda. La sua parte è così combattiva, indipendente, intima, fragile, tenera, vulnerabile, ma allo stesso tempo anche dura da incidere profondamente la memoria di Manuel Gutiérrez Aragón che la dirigerà in molti dei suoi film.
I Goya
Per ben tre volte viene nominata ai Goya in categorie come miglior rivelazione femminile (La vida de nadie, 2002) , miglior attrice non protagonista (Para que no me olvides, 2005) e miglior attrice protagonista (Azuloscurocasinegro, 2006, di Daniel Sánchez Arévalo), ottiene finalmente la prestigiosa statuetta per il ruolo di secondo piano ricoperto in Cella 211 (2009). Due anni dopo recita ancora accanto al compagno Luis Tosar nell'horror Bed Time di Jaume Balagueró, nel film di fantascienza Eva di Kike Maillo e nel thriller di Juan Antonio Bayona The Impossible.
Il debutto a teatro
Dopo aver recitato anche in Le 13 rose (2007), debutta a teatro nello spettacolo "Despertares y Celebraciones" diretta dalla sua insegnante di recitazione Cristina Rota, poi è Ofelia per un "Amleto" diretto da Juan Diego Botto.