Nel 1986 parte la sua avventura, un'avventura che non si è mai conclusa. In quel cinema spagnolo contemporaneo che è ancora da celebrare e studiare, in quel mondo che sembra costituto solo dalla filmografia di Pedro Almodovar, lui diventa oggetto di culto di registi come Julio Medem. Una recitazione che punta a dimostrare la possibilità di ricostruire la verità all'interno di un personaggio fittizio, una recitazione che diventa poetica quando gli si presenta l'occasione, questo è Carmelo Gómez. L'incrocio fra due anime, una con svariati riferimenti alla figura del macho iberico in stile Javier Bardem e uno fisico che lo accosta al grande Ugo Tognazzi. Figura anomala del cinema italiano, è stato un attore fondamentale per alcune pellicole di casa nostra. In patria, infiamma la critica e i giovani cineasti... e fa moda.

Infanzia e studi
Dopo aver trascorso l'infanzia nel suo paese, da adolescente, una volta trovati i soldi necessari per rendersi indipendente, emigra a Salamanca, dove vive per tre anni, all'interno dei quali lavora in svariati gruppi teatrali. Trascorsa anche questa tappa, arriva a Madrid dove fa domanda per entrare alla Escuela de Arte Dramático e, al tempo stesso, viene ammesso nella Compañía Nacional de Teatro Clásico.

L'esordio cinematografico
Esordisce cinematograficamente ne El viaje a ninguna parte (1986) di Fernando Fernán Gómez, con Laura del Sol, poi successivamente è accanto ad Antonio Banderas nella pellicola Bajarse al moro (1989) e nel film tv La otra historia de Rodendo Juárez (1990).

I riconoscimenti
Sposato con Esperanza de la Vega dal 1992 al 1998, vince il premio Goya come miglior attore protagonista per il ruolo di Antonio nella pellicola di Imanol Uribe Díaz contados (1994) con Javier Bardem e Candela Peña. Sarà ancora nominato al prestigioso premio spagnolo per: Il cane dell'ortolano (1996), Sfida per la vittoria (2000) e El método (2005, qui però come attore non protagonista).

Altre pellicole
La sua filmografia comprende anche titoli come lo spassoso Tra le gambe (1999), la miniserie televisiva italiana Luisa Sanfelice (2004) di Paolo e Vittorio Taviani e il thriller di casa nostra Occhi di cristallo (2004), senza dimenticare il calcistico Vivere un sogno (2007).