"Mi sono trovata davanti a un disordine formidabile del pensiero e del sentimento che non ho osato toccare, e davanti al quale mi vergogno della letteratura". Fu con queste parole che, nel 1985, Marguerite Duras si apprestò a consegnare al pubblico il suo romanzo autobiografico "Il dolore", nel quale raccontava l'insopportabile attesa del ritorno di suo marito dai campi di concentramento. Trentatré anni dopo, "Il dolore" diventa un film diretto da Emmanuel Finkiel. E il regista sceglie come protagonista una sua vecchia conoscenza, l'attrice francese Mélanie Thierry, che per l'appunto interpreterà la grandissima scrittrice candidata all'Oscar per la sceneggiatura di Hiroshima mon amour (1959). Non nuova ai film d'epoca e ai primi piani di Finkiel, da sempre indirizzati a cogliere tutte le emozioni che in viso, sguardo e voce riesce a offrire alla cinepresa, Mélanie Thierry eredita un personaggio realmente esistito e già portato sui grandi schermi dalla seducente Jane March in L'amante di Jean-Jacques Annaud, rigandolo di nuove intimità e di una sorprendente maturità.La Seconda Guerra Mondiale fa paura a una donna che aspetta il ritorno del marito e che comincia a sentire, oltretutto, il peso di amare un altro. La Thierry si focalizza su questa duplicità emotiva e riesce a immergersi in quella Francia occupata dai nazisti, nel terribile calore di quel giugno 1944. Data in cui il poeta Robert Antelme, figura importante della Resistenza e giovane marito della Duras, venne arrestato e deportato. La performance offerta è altissima. C'è dentro tutta la fumante lacerazione dovuta all'angoscia del "non sapere", ma anche tutta la necessaria consolazione che solo una segretissima relazione extraconiugale può dare in questi casi. Sarà proprio il suo nuovo uomo, Dyonis, a intercedere per trovare Robert, aiutandola a mettersi in contatto con Rabier, un agente francese al servizio della Gestapo. E lei, pronta a qualsiasi cosa, si mette alla prova diventando il cardine cigolante di un rapporto ambiguo, tormentandosi e aspettando la fine della guerra e di un'agonia lenta e silenziosa nel mezzo dell'ordinato caos tedesco. Difficilmente qualcuno avrebbe pensato che l'Aurora dell'hollywoodiano sci-fi Babylon A.D., una ex fotomodella, sarebbe stata all'altezza di un ruolo così ricco di lacrime e sangue.
Eppure, dopo numerosi ruoli in produzioni francesi e una gavetta che è passata, all'età di 18 anni, per La leggenda del pianista sull'oceano e per la serie della BBC Carlo II - Il potere e la passione con Rufus Sewell (dove era Louise de Kérouaille l'amante francese di Carlo II d'Inghilterra), eccola lì.
Modella a tredici anni
Di origine normanna, figlia di un rappresentante del settore della ristorazione e di una farmacista che si doveva dividere tra il lavoro e la casa, la Thierry cresce nel paesino di Sartrouville. Dotata di una bellezza incredibile già all'età di tredici anni, si dedica nel tempo libero al lavoro di fotomodella. Appare in numerosi spot pubblicitari e comincia a partecipare ad alcuni telefilm sotto l'egida delle agenzie Boutchou e Karin. Volto di Hermes, fotografata da Chico Bialas, posa anche per Peter Lindbergh in numerosi servizi fotografici pubblicati sulle pagine italiane di VOGUE. A Lindbergh si aggiunge anche Jean-Baptiste Mondino e le campagne pubblicitarie per Krizia e il profumo Opium YSL 3 di Yves Saint Laurent. Parallelamente, come già scritto, lavora anche sulla recitazione. Decide di seguire i corsi di arte drammatica di Jean-Laurent Cochet e, fra i tanti piccoli ruoli in tv, c'è spazio anche per un videoclip musicale. Quello del gruppo rock FFF "La pire e le meilleur".
Il debutto al cinema con Tornatore
Il debutto cinematografico è invece segnato da un film italiano La leggenda del pianista sull'Oceano di Giuseppe Tornatore, accanto a Tim Roth. Quando viene scelta da Patrick Timsit per vestire i panni di di Esmeralda nel satirico Quasimodo d'El Paris, capisce che scuola e lavoro non possono combaciare. Il tempo è poco ed è necessaria una scelta drastica. Così lascia il liceo poco prima della maturità e si butta nel mondo dello spettacolo. Nel 2001, incontra il successo con la commedia drammatica 15 agosto - Non sarà una vacanza per tutti di Patrick Alessandrin. L'anno seguente è invece nel cast di Jojo la frite di Nicolas Cuche. Intanto, continua a lavorare nel piccolo schermo partecipando all'ambizioso telefilm L'Enfant de l'aube di Marc Angelo e, nel 2005, si confronta con il thriller di Cheyenne Carron Écorches. Una pellicola tutto sommato molto modesta, ma che le permette di rendere il suo viso ancora più familiare al pubblico.
Il successo di Perdonatemi
Il vero trionfo, quello che le permette definitivamente di sfondare, arriva con il drammatico Perdonatemi di Maïwenn, dove ha sostituito all'ultimo momento l'attrice Sophie Forestier. Mai seconda scelta fu quella più giusta. La Thierry accende l'interesse del pubblico e della critica, tanto che persino Hollywood sembra accorgesene. Per questo motivo, è invitata a entrare nel cast del film indipendente Plutonio 239 - Pericolo invisibile, diretta da Scott Z. Burns. Ritorna poi in territorio francese con le serie tv Fête de famille e Insieme appassionatamente, ma anche con il dramma teatrale "Vieux Juif blonde" di Amanda Sthers, nel quale interpreta un donna affetta da schizofrenia.
Tutta colpa di Vin Diesel
Seguono poi altri progetti. Il thriller fantascientifico Chrysalis di Julien Leclercq con Albert Dupontel e il difficile blockbuster Babylon A.D. di Matthieu Kassovitz, tratto dal romanzo "Babylon Babies" di Maurice G. Dantec, nel quale il suo personaggio ha una liaison romantica con il bruto Vin Diesel. "Difficile blockbuster" perchè proprio Diesel entrerà spesso in conflitto con il regista francese e il film, tesissimo più sul set che nelle atmosfere, sarà un immenso flop. La Thierry, tuttavia, non si perde d'animo ed entra nel cast di Largo Winch di Jérôme Salle, adattamento dell'omonimo fumetto franco-belga.
César come miglior promessa femminile
Nominata al Moliére come miglior attrice del 2009 grazie alla sua interpretazione sul palcoscenico della commedia "Baby Doll", otterrà il César come miglior promessa femminile per Le Dernier pour la route di Philippe Godeau con François Cluzet. Cominciano a farsi più consistenti i suoi ruoli in costume, diventa Charlotte Desrives nel biografico Dumas di Safy Nebbou e Marie de Montpensier in La Princesse de Montpensier di Bertrand Tavernier. Nel 2011, viene diretta da André Téchiné in Impardonnables, diventando poi protagonista del dramma Ombline di Stéphane Cazes, che però passa inosservato agli occhi del pubblico. Lo stesso anno, entra nella commedia Comme des frères di Hugo Gélène, con François-Xavier Demaison, Nicolas Duvauchelle e Pierre Niney, e lavora con Jean-Hugues Anglade e il regista Germinal Alvarez in Back in Crime, tratto da un romanzo poliziesco di Richard Kemp. Ritroverà invece sul set di Pour une femme di Diane Kurys, il collega Duvauchelle (suo compagno di recitazione anche in Je ne suis pas un salaud di Emmanuel Finkiel) e farà parte del cast internazionale riunito da Terry Gilliam per il fantastico The Zero Theorem - Tutto è vanità, che riceve un'accoglienza entusiasta.
America e ritorno
Nel 2014, parte per il Canada, dove Denys Arcand la vuole dirigere come protagonista del drammatico The Reign of Beauty, poi si sposta negli Stati Uniti per recitare con Benicio Del Toro e Olga Kurylenko nell'action Perfect Day di Fernando León de Aranoa. A causa di uno script troppo sbiadito, questa pellicola non centra il bersaglio e, nel 2016, Mélanie torna in Europa per recitare in Io danzerò di Stéphanie Di Giusto e nel curioso Au revoir là-haut, arrivando infine al già accennato La douleur. Nel 2020 è inoltre nel cast della serie No Man's Land e in quello del film di Spike Lee Da 5 Bloods - Come fratelli.
Vita privata
Mélanie Thierry è la compagna del cantante Raphael. L'attrice compare anche in alcuni dei suoi videoclip (incluso il noto brano "Caravan"). Dall'uomo, ha avuto due bambini Roman e Aliocha.