Dopo tanta gavetta dietro le quinte di teatri e set cinematografici, Donatella Maiorca esordisce al cinema a passi lenti e cadenzati. Fino al dramma di Viola di mare.
Factotum di teatro e cinema
Da giovane studentessa lavora a teatro, come attrice e aiuto-regista. L'amore per il cinema la trascina nel mondo della settima arte, aiutandola a sbirciare dietro le quinte: prima è aiuto-operatore, poi segretaria di edizione in film interessanti come Ciao nemico (1981) di E. B. Clucher e I soliti ignoti vent'anni dopo (1985) di Amanzio Todini. Lavora successivamente anche con Cristina Comencini, Marco Bellocchio, Luigi Comencini. Poi decide di esordire dietro la macchina da presa e lo fa girando un documentario per Rai 3, nel 1996.
L'esordio con Viol@
Nel 1998 dirige il primo lungometraggio, Viol@ con Stefania Rocca nei panni di una chattatrice in cerca di avventure amorose. Il film è a basso costo, ma la recitazione della protagonista regge a pieni voti, tutto il film. Impresa difficile, considerati buchi di sceneggiatura e qualche banalità di troppo. Dopo questo film per il cinema, passa alla televisione, dove dirige la serie Giornalisti (2000), Diritto di difesa (2003) e alcuni episodi de La squadra (2006), La stagione dei delitti (2007).
Viola di mare siciliano
Ritorna al cinema con grande coraggio, girando il film Viola di mare (2009), soffermandosi a raccontare una storia delicata tra due ragazze omosessuali nella Sicilia ottocentesca. Chiama Isabella Ragonese e Valeria Solarino a incarnare due bellezze locali in lotta contro la repressione paterna e maschilista del tempo. Curiose coincidenze con il mondo attuale rendono il film un piccolo gioiello di riflessione sul presente.