Figlia di un clown, la giovane Renée conobbe sin da bambina la vita girovaga, specializzandosi nelle più severe discipline circensi. Ma, arrivata ai diciotto anni, piantò il tendone e trovò lavoro come ballerina a Parigi, alle Folies Bergères. Lì rimase per un anno e quando le offrirono di andare in tournée con una compagnia di riviste all'altro capo del mondo, in Australia, non ci pensò due volte. A Sydney conobbe Claude Fleming, un attore e regista che le propose di interpretare con lui uno dei primi film girati nel paese dei canguri. £. 500 Reward, questo il titolo, venne presentato con tutti gli onori al Globe Theatre di Sydney il 18 novembre del 1918, quando però Renée era già tornata in Europa: in quel momento era a Londra, a sgambettare allegramente in un teatrino del West End. È poi la volta dell'America, in tour da New York a Los Angeles con Oh! What A Girl!, una rivista musicale, e visita obbligatoria a Hollywood. Qui è Raoul Walsh a notare questa fanciulla che, per quanto la sua attività sia frenetica e giramondo, si presenta dolce e liliale come un fiore di campo, semplice, gentile, con occhi privi di malizia. Walsh le chiede di interpretare The Strongest (1920) che definisce «very much french» poiché è tratto da un romanzo scritto nientemeno che da Georges Clemenceau. In questo feuilleton che mescola spunti sociali e vizi privati, Renée è Claude, la figlia della colpa di una nobildonna, che la vorrebbe sposata a un conte. Ma con determinazione e pertinacia Claude raggiungerà in America il boy di cui si è innamorata. Parte ideale per Renée che in più sequenze appare ingentilita dai viraggi e da un tenue colore utilizzato in prova.
Nel 1921 Renée sposa Tom, uno dei quattro fratelli Moore (gli altri sono Matt, Owen e Mary, tutti attivi nel cinema) e con lui gira Made in Heaven. Entrata alla Metro, il suo ruolino di marcia comprende quattro o cinque film all'anno, generalmente in parti di francesina: Parisian Nights (1925), On Ze Boulevard (1927) e, al fianco di John Gilbert, Honor First (1922), Monte Cristo (1922); Gilbert verrà poi sostituito da Ramon Novarro (The Pagan, 1930, The Call of the Flesh, 1930) quando entrerà in scena la Garbo.
Ma ad Hollywood basta non essere «wasp» perché un'attrice non originaria degli Stati Uniti possa interpretare «exotic personnages». Ecco quindi Renée nei panni di una spagnola (The Bandolero, 1924), di una italiana (Defying the Law, 1924), di un'argentina (Tin Gods, 1926), di una zingara (The Exquisite Sinner, 1926), di una cinesina (Mr. Wu, 1927), di una russa (The Cossacks, 1928).
Ma il film per il quale Renée Adorée verrà sempre ricordata è un capolavoro del cinema americano, The Big Parade (1925), regia di King Vidor, dove l'attrice impersona Mélisande, la piccola contadina francese che fa girare la testa al soldatino americano, ancora John Gilbert. I duetti tra i protagonisti sono impagabili nella loro tenerezza. Chiunque ha visto il film non potrà essere rimasto insensibile alla delicatezza di questa storia d'amore che si svolge durante la prima guerra mondiale.
Fu questo l'apice della carriera di questa deliziosa attrice, la quale non trovò più la freschezza di quell'interpretazione e, qualche anno dopo, consunta dalla tisi, scomparve in ancor giovane età.
Da Le dive del silenzio, Le Mani, Genova, 2001.