Uno dei più grandi e importanti attori americani conosciuti dal grande pubblico per il ruolo del Tenente Colombo protagonista dell'omonima serie televisiva. Apparso in numerosi film e telefilm, fu per ben due volte nominato all'Oscar (Sindacato assassini e Angeli con la pistola), diventando per ben cinque volte un vincitore di Emmy Awards e di un Golden Globe. Osannato da registi come William Friedkin e John Cassavetes per la sua versatilità fu un tipo di interprete che si trovò a suo agio sia nel registro comico che in quello drammatico.
La vita prima di fare l'attore
Nato a New York City, figlio di Michael Peter Falk (proprietario di un negozio di abbigliamento) e di Madeline Hockhauser (contabile), proveniva da una famiglia di origine ebraica e di discendenze russe, polacche, ungheresi e ceche (contrariamente a quelli che hanno scritto che fosse italo-americano), Peter Falk fu il bisnipote di Miksa Falk, scrittore e politico ungherese, direttore del quotidiano liberale "Pester Lloyd". Il suo occhio destro fu rimosso chirurgicamente all'età di 3 anni per un retinoblastoma e sostituito da un occhio di vetro. Nonostante la tragedia (fu per l'occhio di vetro che non entrò mai nei Marines durante la Seconda Guerra Mondiale), Falk non era il tipo da piangersi addosso, anzi fu un uomo di grande autoironia. Tanto è vero che si racconta che un giorno, mentre stava giocando a baseball e l'arbitro gli fischiò un fallo, Falk si avvicinò e, tirando fuori il suo occhio di vetro e mettendoglielo sul palmo della mano, disse: «Ecco, penso che potrebbe servirti, bello!». Diplomato presso l'Ossining High School (fu il rappresentante della sua classe), sentì nascere la passione per la recitazione quando era un fumoso adolescente, grazie a una sostituzione durante una recita scolastica (l'attore scelto, guarda caso per il ruolo di un detective, si era ammalato). Dopo essersi iscritto al College, interruppe gli studi per lavorare come cuoco nella marina mercantile e, in seguito, riprese a curare la sua istruzione laureandosi in scienze politiche alla New School New York e poi alla Syracuse University. Desiderosi di entrare alla CIA, venne respinto, così trovò un impiegato in un ufficio di bilanci dello Stato del Connecticut; cinque anni dopo però già studiava arte drammatica sotto Eva Le Gallienne e Sanford Meisner, apparendo in numerosi spettacoli teatrali con la compagnia Mark Twain Masquers.
La carriera in tv
Cominciò a recitare alla fine degli anni Cinquanta ed inizialmente solo in televisione partecipando a trasposizioni teatrali che venivano riprese per il piccolo schermo all'interno di programmi come: "Studio One" (1957) con Nancy Marchand, "Camera Three" (1957) di Clav Yurdin, "Robert Montgomery Presents" (1957), "Kraft Television Theatre" (1958), "Armstrong Circle Theatre" (1958) di William Corrigan con Michael Constantine. Il primo provino però lo fece con Harry Cohn, capo della Columbia Pictures, famoso per la sua rozzezza e volgarità, che lo respinse urlandogli dietro: «Per gli stessi soldi posso prendere un attore con due occhi!».
Il debutto cinematografico
Il debutto cinematografico avvenne con il film di Nicholas Ray e Budd Schulberg Il paradiso dei barbari (1958) con Christopher Plummer, ma parallelamente cominciò a mietere successi sui palcoscenici di Broadway.
Le due candidature all'Oscar
Già nel 1960, venne nominato all'Oscar come attore non protagonista per Sindacato assassini, con una consecutiva candidatura nella stessa categoria l'anno successivo per il simpatico gaglioffo in Angeli con la pistola (1961) di Frank Capra con Glenn Ford e Bette Davis.
I film negli anni Sessanta
Dopo titoli come La scuola dell'odio (1962) con Sidney Poitier, Questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo (1963) con Spencer Tracy (all'interno del quale dà un'ottima prova di improvvisazione), la commedia I quattro di Chicago (1964), partecipò al suo primo film italiano Italiani, brava gente (1964) di Giuseppe De Santis, cui seguiranno altre pellicole nostrane come Lo sbarco di Anzio (1968) con Robert Mitchum, Gli intoccabili (1969) con John Cassavetes e Rosolino Paternò, soldato (1970) di Nanni Loy. Due i film con Natalie Wood come partner: La grande corsa (1965) di Blake Edwards con Jack Lemmon (che poi ritroverà anche in Luv vuol dire amore? del 1967) e Fammi male e coprimi di violenza (1966).
I film con John Cassavetes
Dal 1969 (anno di Ardenne '44, un inferno di Sydney Pollack con Burt Lancaster), iniziò la sua collaborazione artistica con John Cassavetes che, passato alla regia, lo diresse in molti dei suoi film: Mariti (1970), Una moglie (1974), La sera della prima (1978) e Il grande imbroglio (1985).
Le pellicole degli anni Settanta
Alla fine gli anni Settanta completò la sua filmografia con I ragazzi irresistibili (1975) con Walter Matthau, Mikey e Nicky (1976) e lo spassosissimo Invito a cena con delitto (1976) con David Niven e Peter Sellers all'interno del quale fece la parodia dei celebri detective letterari Philip Marlowe e Sam Spade con il personaggio dell'investigatore privato, patentemente omosessuale, Sam Diamante. Uno dei ruoli più spassosi della sua carriera.
Il nonno di La storia fantastica
Il primato del personaggio più tenero deve andare invece al nonno narratore di La storia fantastica (1987) di Rob Reiner con Cary Elwes, Robin Wright Penn, Mandy Patinkin e Chris Sarandon.
Gli ultimi film
Tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta, si impose come attore d'essai (I protagonisti di Robert Altman con Tim Robbins, Il cielo sopra Berlino e Così lontano, così vicino! di Wim Wenders con Nastassja Kinski), mentre fu meno attivo nel Duemila. Lo si vedrà nel film di fantascienza Next (2007) con Nicolas Cage e poi in quello che sarà la sua ultima pellicola American Cowslip (2009) di Mark David, in compagnia di altri grandi star della sua generazione (Diane Ladd, Rip Torn, Cloris Leachman, Val Kilmer, Bruce Dern).
Il successo di Colombo
Popolare al cinema, ma anche in televisione. Prima si impose come protagonista del telefilm Le cause dell'avvocato O'Brien (1965-1966) nei panni dell'avvocato Daniel O'Brien e poi, dal 1971 al 2003, in quelli più famosi e stropicciati di Colombo, pluripremiato agli Emmy Awards e ai Golden Globe. L'avventura di questo tenente di polizia sarebbe dovuta iniziare nel 1968 con Gene Barry, ma nonostante la buona qualità del pilot la serie non venne realizzata. Solo con l'arrivo di Peter Falk, che ben poteva recitare il ruolo del detective più sgualcito e preferito del piccolo schermo, il soggetto trovò una rinascita imponendosi prima fra il 1971 e il 1978 e poi, dopo una pausa, dal 1989 al 2003, spostandosi dal canale NBC alla ABC. La bellezza di questo personaggio senza nome (ne conosciamo solo il cognome e con una moglie sempre sulle labbra, ma mai vista in carne e ossa) e delle storie di cui fu protagonista, almeno secondo la critica televisiva americana, stava tutta in come riusciva a sbrogliare i crimini diabolicamente intelligenti degli assassini che si considerano migliori del poliziotto. A questi si aggiunsero numerosi film per la tv (Una città senza Natale, A storm in summer - Temporale d'estate, Una scommessa di troppo, Pronto, Quattro passi da queste parti...).
Vita privata
Caro amico di Patrick McGoohan e di Alan Arkin, fu due volte marito. Il primo matrimonio iniziò il 17 aprile 1960 e finì il 28 maggio del 1976 con Alyce Mayo dalla quale ebbe due figlie Catherine - oggi investigatrice privata - e Jackie, mentre il 7 dicembre 1977 sposò la sua ultima compagna l'attrice Shera Danese, conosciuta sul set di Colombo. Purtroppo, nel giugno del 2008, fu coinvolto in un incidente stradale nel quale perse il controllo della sua auto. Ciò gli causò un trauma cranico e la necessità di una protesi d'anca. Successivamente, gli fu diagnosticato anche una forma di demenza senile dovuta alla sindrome di Alzheimer. Ritiratosi dalle scene intorno al 2009, visse nella sua tenuta a Beverly Hills, dove passava il suo tempo a disegnare (era una delle sue più grandi passioni). Fu uno dei pochi attori onorati come Cavaliere delle Arti e delle Lettere dal Ministero della Cultura francese, medaglia che gli fu conferita dal collega Gèrard Depardieu. Sofferente da tempo di Alzheimer, per complicaziono dovute alla malattia, muore all'età di ottantatre anni nella sua casa di Beverly Hills.