Uno dei nuovi volti del panorama cinematografico italiano, Gabriel Montesi, partendo dal piccolo schermo è arrivato al cinema distinguendosi soprattutto grazie all'interpretazione di ruoli e personaggi legati alla marginalità sociale e al disagio psichico.

Gli studi e il teatro
Classe 1992, Montesi nasce a Genzano di Roma, ma cresce ad Aprilia, in provincia di Latina. Si interessa allo spettacolo e alla recitazione fin da giovanissimo, in particolare dopo aver partecipato al laboratorio di recitazione teatrale "Teatro Finestra" ad Aprilia. Da quel momento prende parte a diversi corsi e laboratori a Roma ed entra alla scuola d'arte drammatica Gian Maria Volonté, dove si diploma nel 2019.
Il suo percorso sulle scene inizia all'interno del teatro italiano, in particolare nel 2013, nel ruolo di Lucignolo nel "Pinocchio" diretto da Raffaele Calabrese. A questo seguono, l'anno dopo, "L'anniversario" e "L'orso", entrambi di Cehcov, ed entrambi diretti da Natalia Florenskaia. Sempre nel 2014 è diretto dalla stessa regista per diversi spettacoli: "Le Grammatic Voudeville francese", "Il compleanno" di Harold Pinter, "Il colloquio" di Matteo Tilibetti. Anche il 2015 consolida la sua collaborazione con la regista che lo sceglie prima per "Strega" di Cehcov e poi anche per "Progetto ecologia sociale" di Giorgio Serafini Prosperi.

Il mondo della serialità lo introduce al grande schermo
Dal teatro, però, si allontana, prendendo parte, inizialmente solo in maniera saltuaria poi con sempre maggiore frequenza, a serie di successo. Nel 2013, infatti, fa la sua prima apparizione televisiva in Un medico in famiglia, l'anno successivo ne Il restauratore e, nel 2015, è in Provaci ancora prof! e in Boris Giuliano - Un poliziotto a Palermo.
Nonostante i ruoli più marginali Montesi sale alla ribalta facendosi notare da alcuni autori.
Il primo di questi è Abel Ferrara che lo sceglie per il suo Pasolini nel 2014. L'anno successivo è protagonista nel film d'avventura di Giovanni Roviaro Dead country e nel 2016 è in Carmen di Gianluca Della Monica.

Inizia la scalata verso il grande cinema
Se gli anni della consacrazione sono quelli che iniziano nel 2020, tra il 2018 e il 2019 l'attore prende comunque parte a diversi titoli per il cinema. Da Luciano Ligabue per il suo Made in Italy, terza prova alla regia del cantautore emiliano, a La partita di Francesco Carnesecchi, su una squadra di calcio giovanile. Entrambi del 2018, aprono la strada a tre titoli dell'anno successivo: Il primo re di Matteo Rovere, nel quale interpreta Adieis, Il campione di Leonardo D'Agostini, su un giovane calciatore della Roma che deve però mettere la testa a posto e A Tor Bella Monaca non piove mai di Marco Bocci, sulla vita del giovane Mauro che vive nell'omonimo quartiere.

Gli anni 20 del 2000
Il primo grande avvicinamento alla vetta del successo arriva nel 2020 con il ruolo del ragazzo padre Amelio Guerrini in Favolacce dei fratelli D'Innocenzo presentato al Festival di Berlino. Nello stesso anno è anche nella serie Romulus che richiama il film Il primo re al quale aveva preso parte, l'anno successivo interpreta Antonio Cassano nella miniserie Speravo de morì prima, basata sulla biografia di Francesco Totti e nel 2022 prende parte alla serie Christian.
Dal 2022 iniziano, per Montesi, una serie di opportunità che sembrano seguire uno stesso filo conduttore (lo stesso della maggior parte dei personaggi precedentemente interpretati, fatta eccezione, forse, solo per Cassano). Si tratta di personaggi dalla psiche tormentata e coinvolti spesso in situazioni di degrado e disagio.
Il primo grande impegno arriva con Esterno notte di Marco Bellocchio che gli regala il ruolo dell'ex brigatista Valerio Morucci, coinvolto nell'agguato di via Fani ad Aldo Moro. A questo segue il ruolo di Valerio in Siccità, film corale di Paolo Virzì, ma soprattutto il ruolo da protagonista, quello di un netturbino trentenne con problemi mentali dovuti a violenze fisiche e psicologiche subite fin da bambino, nel film Io sono l'abisso di Donato Carrisi tratto dall'omonimo romanzo dello stesso.
Nel 2023 è Meccanico nel film Non credo in niente di Alessandro Marzullo e nello stesso anno, oltre che interprete nel cortometraggio "Nica" di Giuditta Vasile, è nel film El Paraíso di Enrico Maria Artale, presentato a Venezia nella sezione Orizzonti. E, sempre parlando di Festival, torna a Berlino, sempre con i fratelli D'Innocenzo per la serie Dostoevskij.
L'anno successivo è uno dei protagonisti del film Sei fratelli di Simone Godano. E torna a riprendere ruoli impegnati, sullo stesso filone, anche con il film di Gianni Amelio Campo di battaglia.