La sua carriera artistica inizia con il debutto al Santa Tecla, un locale alle spalle del Duomo milanese, dove l'artista si esibisce con Adriano Celentano, i Rocky Mountains ed Enzo Jannacci.
Notato da Mogol, realizza per la casa discografica Ricordi i primi dischi di rock and roll italiano. La sua prima canzone è Ciao ti dirò, scritta nel 1958 con Luigi Tenco. Nel 1963, con "Canzoniere minimo", inizia la sua vera e propria attività televisiva che lo vedrà sempre più impegnato negli anni successivi come cantante e conduttore di importanti trasmissioni. Al 1961 risale la sua prima esperienza teatrale con Maria Monti, assieme alla quale porta in scena al Teatro Gerolamo di Milano lo spettacolo Il Giorgio e la Maria. Partecipa inoltre a varie edizioni del Festival di Sanremo con le canzoni Benzina e cerini (1961), Così felice (1964), Mai mai mai, Valentina (1966), E allora dài (1967).
Negli anni Settanta, Gaber compie una scelta tanto significativa quanto coraggiosa: all'apice della popolarità, decide di chiudere ogni rapporto con il mezzo televisivo, rinunciando ai vantaggi e alle gratificazioni di un consenso più allargato per concentrare la sua attività esclusivamente nel teatro, privilegiando il rapporto e il confronto diretto con il pubblico. Nel 1970 debutta al Piccolo Teatro di Milano con Il signor G, cui seguiranno numerosi altri spettacoli scritti in collaborazione con Sandro Luporini. Unico esempio di Teatro Canzone in Italia, diventa un singolare fenomeno artistico che raccoglie molti consensi di pubblico e di critica. In questo lungo periodo, la produzione discografica di Giorgio Gaber è sempre stata limitata alla registrazione integrale dei suoi spettacoli. Con l'album La mia generazione ha perso (2001) l'artista non solo torna al mercato discografico ufficiale, ma coglie l'occasione per fare un bilancio, affrontando senza ipocrisie un'analisi lucida e spietata di quella realtà che ha visto protagonista la generazione cui egli stesso appartiene.
Il 1° gennaio 2003, a seguito di una lunga malattia, Giorgio Gaber si spegne nella sua casa di Montemagno, località dell'entroterra versiliese.
Courtesy of "Fondazione Giorgio Gaber"