Attrice, regista, sceneggiatrice, scrittrice e costumista francese, Josiane Balasko ha conquistato la vetta del cinema d'oltralpe quando era ancora un'under 30, imponendosi come segno di rinnovamento nel vecchio panorama cinematografico dei nostri cugini francesi, nonostante il suo aspetto davvero poco gradevole, connotato in primo luogo dalla stazza. Capace di creare piccoli gioielli di grande successo, è una raffinata e ironica personalità artistica capace di descrivere e giocare senza pudore con temi di attualità scottanti come la prostituzione maschile, l'ambiguità sessuale, le donne single con irriverenza e leggerezza, facendo della sua "poco ortodossia" il suo divertente e anticonformista marchio di fabbrica, una fabbrica mai scontata e prevedibile e che non sempre necessità di una ricomposizione moralistica.
L'anti sex symbol
Nata a Parigi in una famiglia bosniaca, figlia di Fernande e Ivan Balaskovi, cresce in un modesto ambiente familiare, gestendo fin da adolescente il bar della sua famiglia. Alla morte del padre, che avvenne quando Josiane aveva circa 14 anni, la Balasko comincia a sentire l'esigenza di emergere artisticamente nell'ambiente parigino. Sceglie l'arte drammatica, contrastata fortemente da madre e da nonna che nel frattempo l'avevano cresciuta, e si unisce alla compagnia teatrale Splendid, ma solo dopo aver partecipato ai corsi di recitazione di Tania Balachova. La Balachova vede nella giovane, grassa e poco attraente Balasko l'esempio tipico dei ruoli anti sex symbol, una bruttina stagionata che riesce però a conquistare comunque l'uomo che desidera, a volte ricorrendo a mezzi subdoli. Ci aveva visto bene. Così, accanto ad artisti come Marie-Anne Chazel, Miou-Miou, Colushe, Michel Blanc, Thierry Lhermitte, Christian Clavier, Gérard Jugnot, Bruno Moynoy e Claire Magnin, si fa conoscere al pubblico teatrale francese che comincia ad adorarla. Nel 1973, conosce Frank Cassenti, un regista che la dirigerà nel corto L'agression (1973) e poi la sceglierà come costumista per la sua pellicola L'affiche rouge (1976) con Pierre Clémenti.
Gli esordi
Sempre nel 1973, debutta cinematograficamente nella pellicola L'anno 01, diretta a sei mani da Jacques Doillon, Alain Resnais e Jean Rouch, accanto a Véronique Alain, François Béranger e l'amico Jugnot. Impiegata per la pellicola L'inquilino del terzo piano (1976) di Roman Polanski, recita accanto al regista e alla star del momento Isabelle Adjani. L'anno seguente, avrà invece l'opportunità di dividere il set con Gérard Depardieu ne Gli aquiloni non muoiono in cielo (1977), ritrovando poi l'attore nella commedia Troppo bella per te! (1989), grazie alla quale verrà nominata per la prima volta ai César come miglior attrice.
Le relazioni amorose
Dopo aver lavorato con Jean-Paul Belmondo ne L'animale (1977) e di nuovo con l'Adjani ne Clara et les Chics Types (1981), lascia il compagno di una vita Bruno Moynot per sposarsi con l'attore Philippe Berry. Peccato che il matrimonio durerà fino al 1999, seppur intensificato dalla nascita dell'attrice Marilou Berry. Sarà la Balasko a lasciare Berry, dopo aver conosciuto nel 1999 sul set del film Fils du Français l'attore Georges Aguilar.
Il César per Peccato che sia femmina
La Balasko lavora anche con la grande Catherine Deneuve in Hôtel des Amérique (1981), Absolument Fabuleux (2001) e Bancs Publics (Versailles Rive Droite)(2009), poi sarà nominata per la seconda volta al César come miglior attrice per il ruolo di Irène ne Non tutti hanno la fortuna di aver avuto i genitori comunisti (1993), ma è dopo il suo esordio come regista - avvenuto nel 1985 con la pellicola Sac de noeuds con Isabelle Huppert - che riesce a conquistare finalmente il tanto prestigioso premio francese, grazie alla pellicola Peccato che sia femmina (1995) con Victoria Abril, Alain Chabat e Miguel Bosé, all'interno della quale recita i panni di una lesbica che si invaghisce perdutamente di una casalinga. Ottiene il César per la migliore sceneggiatura, ma anche una nomination per il miglior film e per la regia.
L'attivismo sociale
Vincitrice di un César onorario nel 2000, viene candidata come miglior attrice anche nel 2003 per Cette femme-là e viene nominata al Gran Premio della Giuria del Sundance Film Festival per Cliente (2008). Membro dell'associazione di carità Enfoirés, fondata dall'attore Coluche, sostiene con Carole Bouquet numerose famiglie africane della rue de la Banque di Parigi, mentre al cinema continua a recitare ruoli di grande impatto come quello della portinaia Renée ne Il riccio (2009), aggiungendo un'altra piacevole, divertente e a tratti pruriginosa interpretazione. Due anni dopo interpreta Claire nella commedia brillante sulla maternità Travolti dalla cicogna. Sarà poi nel cast delle commedie francesi Benvenuti... ma non troppo di Alexandra Leclère e Torno da mia madre di Eric Lavaine.