Se John Lennon era la mente sofisticata e geniale dei Beatles, Paul McCartney ne è stato l'anima rock. Protagonista del fenomeno che ha cambiato per sempre i connotati della storia della musica, ha formato, insieme a Lennon, una delle coppie di compositori di maggior successo e influenza di tutti i tempi, scrivendo alcune delle canzoni più amate nella storia della musica contemporanea. Grazie alla sua vena melodica, è stato, infatti, l'autore di molti tra i brani più noti e fortunati dell'intero repertorio dei Beatles, da "Michelle" a "Yellow Submarine", da "Penny Lane" a "Lady Madonna", da "Hey Jude" a "Let It Be", senza dimenticare "Yesterday", entrata nel Guinness dei primati come la canzone più eseguita della storia. Compositore di diverse colonne sonore, McCartney lascia le sue impronte anche al cinema, in cui è protagonista di svariati film e documentari dedicati all'universo Beatles.
Un'infanzia sulle orme della musica
Paul McCartney nasce a Liverpool, nel Regno Unito, il 18 giugno 1942. Studente talentuoso, ottiene l'ammissione al prestigioso Liverpool Institute. Durante uno dei quotidiani viaggi in autobus dal sobborgo di Speke, dove vive con la sua famiglia, a scuola, nel 1954 conosce George Harrison, futuro chitarrista dei Beatles. È stato il padre a trasmettergli la grande passione per la musica. Jim McCartney, trombettista e pianista, negli anni Venti aveva fatto parte di una band locale e aveva sempre incoraggiato i due figli a diventare musicisti. Jim possedeva un pianoforte, ascoltava le canzoni alla radio insieme ai figli, indicando loro i suoni dei diversi strumenti, e portava il giovanissimo Paul ai concerti dei gruppi locali. Un giorno il padre regala a Paul una tromba, che il figlio, appassionato di skiffle, sorta di precursore del rock and roll, baratta con una chitarra. Paul è mancino, quindi impara a suonare la sua nuova chitarra tenendola sottosopra. È così che scrive la sua prima canzone, "I Lost My Little Girl". Seguendo le indicazioni del padre, prende lezioni di musica ma, dotato di grande orecchio, preferisce procedere da autodidatta. La sua adolescenza serena è segnata dalla morte della madre, scomparsa nel 1956 per un cancro al seno. Questa tragedia avrebbe in seguito avvicinato McCartney a John Lennon, anche lui senza madre a 17 anni. I due ragazzi si conoscono nel 1957 durante la festa annuale della parrocchia di San Peter. Entrambi si esibiscono quel giorno ed è così che McCartney entra a far parte dei Quarrymen, il gruppo skiffle fondato da Lennon con alcuni compagni di scuola. Ben presto McCartney convince Lennon ad ammettere il suo amico George Harrison nel gruppo, seguito da un amico di Lennon, Stuart Sutcliffe, al basso, e da Pete Best alla batteria.
L'ascesa di un mito: i Beatles
Per una serie di fortunate coincidenze, il primo manager dei Quarrymen, Allan Williams, propone alla band un contratto per una serie di esibizioni in un club di Amburgo, in Germania. Proprio durante questa prima esperienza, nel 1960, il nome della band viene cambiato in Beatles e la loro musica acquista consapevolezza e potenza. Prima del ritorno a casa, Sutcliffe lascia il gruppo e McCartney prende il suo posto come bassista. Ad Amburgo i Beatles registrano i loro primi brani, attirando l'attenzione di una figura che avrà un ruolo chiave nella loro storia seguente, soprattutto da un punto di vista commerciale: Brian Epstein, che diverrà il manager dei Beatles, aprendo loro le porte della Parlophone, etichetta sussidiaria della Emi, che proporrà alla band un contratto di registrazione nel 1962, dopo la sostituzione di Best, soppiantato alla batteria da Ringo Starr. Il primo singolo pubblicato, "Love Me Do", non riceve grandi attenzioni, ma il secondo 45 giri, "Please Please Me", raggiunge il primo posto della hit parade inglese, seguito a ruota dall'album omonimo, pubblicato nel 1963. È solo il primo degli innumerevoli successi firmati dal duo Lennon-McCartney. Il '63 è proprio l'anno in cui esplode la straordinaria popolarità dei Beatles, non solo in patria ma in tutto il mondo. Autori di una musica trascinante e innovativa, i quattro "ragazzacci" di Liverpool diventano protagonisti di un autentico fenomeno di massa, attirando l'attenzione dei media e influenzando, con il loro curioso look anticonformista, le mode dei giovani occidentali. La "beatlemania", con le sue scene di isteria collettiva delle migliaia di fan che li costringono a fughe rocambolesche dopo ogni concerto o esibizione televisiva, dilaga nel mondo e viene documentata nella commedia musicale Tutti per Uno (1964) di Richard Lester. Il film, servito da traino per il lancio dell'album "A Hard Day's Night" e diventato un piccolo cult nel suo genere, segue i quattro musicisti di Liverpool in una serie di esilaranti avventure che fanno da contorno a una loro esibizione.
Al 1964 risale la prima tournée americana, che ottiene un grande successo, seguita dai concerti in Nord Europa, Hong Kong, Australia e Nuova Zelanda. Nel 1965 i Beatles vengono insigniti dell'onorificenza di membri dell'Ordine dell'impero britannico dalla regina Elisabetta II, per i riconosciuti meriti musicali, culturali e sociali. Nello stesso anno, i neo baronetti sono di nuovo protagonisti di una divertente avventura musicale diretta dal regista Richard Lester, Aiuto!, in cui la trama non è che un pretesto per riproporre le mitiche canzoni della band. Il disco omonimo, "Help!", evidenzia la ricerca di testi sempre più elaborati e impegnati da parte di Lennon, in parallelo alla composizione di brani melodici e romantici scritti da McCartney, di cui "Yesterday" rappresenta l'esempio più riuscito. Nel secondo tour americano le scene di masse deliranti culminano con lo storico concerto del 15 agosto 1965 allo Shea Stadium di New York, documentato nel film The Beatles At the Shea Stadium. In chiusura di anno, il gruppo effettua un tour trionfale in giro per la Gran Bretagna, prima di volare in Giappone e nelle Filippine. In entrambi i paesi, i Beatles conoscono per la prima volta l'aspetto sinistro e inquietante della popolarità, minacciati di morte da un'organizzazione studentesca di destra a Tokio e da sostenitori del presidente Marcos a Manila.
Secondo numerosi critici, la band raggiunge la maturità artistica nel biennio 1966-67, contrassegnato da lunghe sedute di registrazione in studio. Non potendo riprodurre dal vivo le complesse sonorità dei brani presenti sui loro dischi a partire da "Revolver", estenuati dalle tournée mondiali in cui la musica era sommersa dalle urla dei fan e preoccupati dalle minacce di attentati ricevute da fanatici religiosi, i Beatles decidono di interrompere l'attività dal vivo e dedicarsi esclusivamente allo studio di registrazione. Nel 1967, in seguito allo straordinario impatto dell'album "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band", ideano, scrivono e girano il loro terzo film, Magical Mystery Tour, il primo a non essere diretto da Richard Lester. Pot-pourri di colori e musiche, l'opera segna l'apice del pop, l'ascesa dell'LSD e della psichedelia legati al movimento hippy, raccontando il viaggio paradossale e grottesco di un gruppo di persone condotte verso l'ignoto da cinque maghi - gli stessi Beatles, più il road manager Mal Evans. Il risultato è un clamoroso fiasco di critica e pubblico, sia per la mancanza di una sceneggiatura, sia perché, alla sua prima messa in onda, l'opera viene trasmessa da una BBC ancora in bianco e nero. Va molto meglio, nel 1968, a Yellow Submarine - Il sottomarino giallo, film d'animazione psichedelico, diretto da George Dunning, in cui i Beatles combattono a suon di canzoni d'amore contro una dittatura fondata sulla tristezza.
Alla fine degli anni Sessanta, l'evoluzione artistica di ciascun componente del gruppo e la morte del manager Epstein, per un letale mix di alcool e psicofarmaci, compromettono il già fragile equilibrio all'interno della formazione. Già nel 1966 McCartney è il primo dei quattro a essere coinvolto in progetti al di fuori della band, componendo la colonna sonora del film The Family Way e scrivendo canzoni per altri artisti. Per tentare di rimediare ai sempre più frequenti contrasti interni, dovuti anche alla presenza ingombrante della nuova compagna di Lennon, Yoko Ono, nasce l'idea di tornare alle origini, con un disco più spontaneo e meno ricercato. Il progetto, dal nome "Get Back", in seguito abbandonato, prevedeva anche un film sulla sua realizzazione e il ritorno a una performance dal vivo. Le riprese delle sedute di registrazione vengono affidate al regista Michael Lindsay-Hogg, che dirige così Let It Be - Un giorno con i Beatles, prezioso documento sugli ultimi giorni del sodalizio della band.
La fine dei Beatles e la carriera da solista
McCartney prova a persuadere gli altri Beatles a tornare sul palco, suggerendo un ritorno alle radici, ma Lennon declina l'invito. Sebbene quest'ultimo abbia lasciato il gruppo nel settembre del 1969 e Starr ed Harrison abbiano temporaneamente fatto lo stesso in diverse occasioni, è McCartney ad annunciare pubblicamente lo scioglimento dei Beatles, provocando lo shock dei fan, il 10 aprile 1970. Il gruppo si scioglie legalmente il 31 dicembre 1970, dopo che McCartney intenta una causa agli altri membri. L'annuncio della separazione coincide con il suo esordio da solista, poche settimane prima dell'uscita di "Let It Be", ultimo album ufficiale dei Beatles. L'album di debutto, intitolato "McCartney", è una sorta di LP fatto in casa", con diversi brani scritti all'epoca dei Beatles ma mai pubblicati negli album del gruppo. Desideroso di tornare a far parte di una band, nel 1971 il musicista fonda i Wings, con la moglie Linda Eastman, fotografa e cantante sposata nel '69, il batterista Denny Seiwell e il chitarrista Denny Laine. Il loro disco di esordio, "Wild Life", delude la critica. Il difficile esordio dei Wings ha una svolta decisiva nel 1973, prima con la pubblicazione del fortunato album "Red Rose Speedway", che contiene la ballata romantica "My Love", e poi con il successo mondiale di "Live and Let Die", tema del film omonimo della serie di James Bond. Nel 1975 la band intraprende un colossale tour mondiale di spettacoli dal vivo, uno dei più lunghi della storia del rock, durato oltre un anno. Sulla cresta dell'onda con i Wings sino alla fine degli anni Settanta, dopo la morte di Lennon nel 1980, McCartney interrompe i concerti per paura di fare la stessa fine. Questa decisione lo pone in disaccordo con Denny Laine, che intende continuare le esibizioni. Nel 1981 il chitarrista lascia i Wings, che subito dopo McCartney scioglie.
Con gli album "Tug of War" del 1982 e "Pipes of Peace" del 1983, il musicista riprende la collaborazione con Ringo Starr e l'ex produttore e arrangiatore dei Beatles George Martin, raggiungendo di nuovo l'apice delle classifiche mondiali. Nel 1984 debutta come sceneggiatore con il film Broad Street, di cui è anche attore protagonista, nei panni di se stesso alla ricerca del presunto ladro del suo ultimo disco. Curioso e un po' prolisso monumento alla gloria sua e di Ringo Starr, Broad Street non riscuote successo commerciale né di critica, a differenza della sua colonna sonora. Dopo il cammeo nella commedia Mangia il ricco (1987) di Peter Richardson, McCartney è protagonista, insieme alla moglie, di Get Back (1990), in cui il consueto Richard Lester mescola le riprese di un concerto tenuto dal musicista nel 1989 a immagini di cronaca contemporanea. Mentre prosegue le sue attività musicali nei due decenni successivi, collaborando anche con diversi artisti, McCartney compare in svariati documentari dedicati a posteriori al fenomeno Beatles. Tra questi, il più importante è indubbiamente George Harrison: Living in the Material World (2011) di Martin Scorsese, in cui uno dei cineasti più sensibili e raffinati racconta l'epopea dei quattro ragazzacci di Liverpool secondo George Harrison.
Il solo McCartney si riprende la scena nel 2013, con l'uscita del documentario musicale Rockshow - Paul McCartney and Wings, che mostra l'epica tournée realizzata con i Wings tra il 1975 e il 1976, un evento straordinario per la storia della musica, con oltre 1 milione di spettatori raccolti in tutto il mondo. Uscito nelle sale cinematografiche nel 1980 in un'edizione asciugata, viene proposto per la prima volta nella versione integrale restaurata con audio 5.1, per gustare al meglio i successi della rock band e alcuni classici dei Beatles - da "Lady Madonna" a "Bluebird", passando per "Yesterday" - riproposti per la prima volta in tour dal solo McCartney.