Un autore inconfondibile, che fa dell'ironia e della commistione di generi le sue carte vincenti. Sposa con disinvoltura le inquietudini dell'horror al romanticismo della commedia sentimentale, con concessioni che omaggiano anche un genere apparentemente datato come il western. Il tutto coordinato da una buona scrittura e dall'uso sapiente della macchina da presa, che nelle sue mani sembra capace di qualsiasi cosa. Anche di resuscitare i morti.
I primi progetti
Appena ventenne, dopo un'intensa adolescenza in cui ha già sperimentato il mestiere del regista, dirige il suo lungometraggio A Fistful of Fingers (Per un pugno di dita, 1995), titolo che nella sciatta versione italiana non rende l'intraducibile allitterazione e musicalità dell'originale. Si tratta di un'evidente parodia del primo celeberrimo capitolo della trilogia del dollaro di Sergio Leone. Subito si evince lo spirito e la cifra stilistica di un giovane autore, che parte da modelli precostituiti col preciso intento di sviluppare storie autonome e non banali, evitando la trappola del demenziale gratuito, e con l'ambizione di operare interessanti commistioni di generi diversi e apparentemente inconciliabili. Si segnala poi per alcune commedie televisive, che lo conducono alla collaborazione con gli attori Simon Pegg e Jessica Hynes, insieme ai quali realizza Spaced (1999), una peculiare sit com che si distingue da quelle tradizionali per l'elaborata narrazione e per l'uso di inquadrature proprie del cinema, e di generi specifici come l'horror e la fantascienza. L'ambizioso Wright dunque, porta la sua impronta di smaliziato affabulatore anche in produzioni destinate al piccolo schermo, generalmente piatte e lineari.
Il successo dei "morti dementi"
Il successo di Spaced conduce il duo Wright - Pegg a scrivere il soggetto e la sceneggiatura di un film per il cinema, con l'ambizione di amalgamare, sotto il segno della comicità, due generi dissonanti come la commedia romantica e l'horror. Nasce così L'alba dei morti dementi (2004).
Il titolo originale Shaun of the Dead richiama chiaramente Dawn of the Dead di George A. Romero. Shaun è il nome del protagonista, interpretato da Pegg, un uomo che vive una vita mediocre, in crisi con la fidanzata Liz e circondato dai suoi due coinquilini, il parassita Ed e il più responsabile Pete. L'arrivo degli zombie scombussolerà i precari equilibri delle loro modeste esistenze, ridestando l'apatico Shaun dal suo apparente torpore.
Un falso trailer stile anni 70
La pellicola ha trovato entusiastici consensi tra illustri colleghi, quali Quentin Tarantino e lo stesso Romero. In particolare lo strepitoso regista di Pulp Fiction coinvolgerà il giovane Wright nello sperimentale progetto di Grindhouse (2007), delegandogli la realizzazione di uno dei fake trailer: Don't, un segmento cinematografico che si distingue dagli altri firmati da Rob Zombie ed Eli Roth per il suo essere privo di plot. I personaggi sono ritratti senza dire una parola, avvicinando il prodotto alla consuetudine dei trailer inglesi. Per ricreare l'effetto anni '70, cui l'intero Grindhouse si ispira esplicitamente, l'ingegnoso Edgar ha deteriorato la pellicola graffiando alcuni fotogrammi ed esponendoli alle intemperie.
Tecniche innovative per avventure mirabolanti
Nello stesso anno, coadiuvato ancora da Pegg, scrive il thriller comico Hot Fuzz, la storia di Nicholas Angel, un integerrimo poliziotto invidiato dai mediocri colleghi e trasferito nella tranquilla cittadina di Sandford. Ma cominciano a verificarsi degli omicidi ed Angel ne verrà a capo con l'aiuto del collega Danny Butterman. Scoprirà che dietro i delitti si nasconde una setta il cui unico obiettivo è vincere il premio di "miglior villaggio". Alla fine i vecchi colleghi lo reclamano, ma egli rifiuterà, ormai inseritosi nel nuovo ambiente. Continua la contaminazione di generi. Il film assume tra l'altro cadenze da western nello scontro finale tra il giustiziere Angel e i temibili membri della setta.
Del 2009 è Them, un altro movie sospeso tra commedia ed horror, mentre l'anno successivo dirige Scott Pilgrim vs. The World, storia tratta dalla serie di fumetti nata dalla fantasia di Bryan Lee O'Malley. Si racconta la vicenda del ventitreenne Scott, un ragazzo particolarmente sensibile e ancora adolescente dal punto di vista sentimentale. Innamoratosi di Ramona Victoria Flowers, è disposto ad affrontare i sette ex della ragazza pur di ottenere il suo amore. È una storia ironica e trasgressiva, con un montaggio peculiare che traspone in modo estremamente originale le tavole fumettistiche cui è ispirata.
Torna a lavorare con Simon Pegg in una nuova strampalata avventura: La fine del mondo, del 2013.
Dopo aver diretto Baby Driver - Il genio della fuga (2017), cui farà seguito Baby Driver 2, nel 2021 dirige il documentario sugli Sparks The Sparks Brothers e l'horror psicologico Ultima notte a Soho.
Baby, così viene chiamato, è un giovane che alla guida di un'auto è in grado di compiere le più spericolate evoluzioni. Questa sua abilità viene sfruttata da Doc, un criminale dall'aspetto borghese, con il quale ha un conto aperto che deve saldare. Baby deve anche occuparsi dell'anziano invalido che lo ha fatto crescere e si sta innamorando della cameriera di un fast food. Ciò che ora vorrebbe poter fare è staccarsi dal ciclo continuo di rapine che Doc orchestra
Bastano i primi sei minuti, ovvero la sequenza che precede i titoli di testa, per accorgersi che Baby Driver non è un film d'azione come gli altri. "È un action movie guidato dalla musica", sintetizza Edgar Wright, il regista e sceneggiatore inglese al volante. Dunque lei non lo definirebbe un musical. Non nel senso tradizionale del termine, ma la musica è fondamentale: non come tappeto sonoro, ma come motore della storia e ritmo di tutte le performance