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Mick Jagger

Mick Jagger (Michael Philip Jagger) è un attore inglese, produttore, produttore esecutivo, sceneggiatore, musicista, è nato il 26 luglio 1943 a Dartford (Gran Bretagna). Mick Jagger ha oggi 81 anni ed è del segno zodiacale Leone.

L'icona musicale, e non solo, della controcultura anni '60

A cura di Annalice Furfari

Frontman di una delle rock band più famose del pianeta, Mick Jagger non è solo il fondatore dei mitici Rolling Stones, i "bad boys" alternativi ai Beatles. Mick Jagger è molto di più. La sua voce "sporca" e sensuale, il suo stile glamour, che ha ridefinito la nozione di mascolinità ponendo le basi di quella plasticità sessuale ormai così in voga, hanno segnato più di cinquant'anni di storia, assurgendolo a travolgente e trasgressiva icona della controcultura. Questo eccentrico animale da palcoscenico, diventato leggenda del rock mondiale grazie al suo carisma, ha dato prova di un talento istrionico anche nella recitazione, cimentandosi in alcune piccole perle cinematografiche.

Il leader di una delle rock band più popolari del pianeta
Michael Phillip Jagger, detto Mick, nasce a Dartford, nel Regno Unito, il 26 luglio 1943, da una famiglia della media borghesia. Il padre è un insegnante, mentre la madre, di origine australiana, fa la parrucchiera ed è attivista politica. Con la passione per la musica e il canto sin da bambino, nel 1950 Mick conosce, alla scuola elementare della sua città, il suo compagno, vicino di casa e soprattutto futuro collega Keith Richards. Nel 1956 inizia a suonare con alcuni compagni di scuola, senza ancora esibirsi. Nel 1960 canta per la prima volta in pubblico, nel salone parrocchiale della chiesa di Dartford, sulle note del cantautore Buddy Holly. Frequentando scuole diverse, Jagger e Richards si perdono, per poi incontrarsi di nuovo nel 1961, su un treno per pendolari, e scoprire di avere coltivato la passione comune per il rhythm and blues. L'anno successivo Jagger si trasferisce a Londra per studiare Economia alla prestigiosa London School of Economics e diventare giornalista o attivista politico come sua madre, ma l'amico chitarrista lo esorta a continuare a cantare e gli propone il progetto di fondare una rock band. Con annunci sul giornale e frequentazioni di live in piccoli club, nascono i Rolling Stones, una delle rock band più importanti nella storia della musica e più popolari del pianeta. A Jagger e Richards si aggiungono il chitarrista Brian Jones, il bassista Bill Wyman e il batterista Tony Chapman, a cui subentra quasi subito Charlie Watts. Il nome del gruppo si ispira a un brano di Muddy Waters, noto come il padre del blues di Chicago. Mentre Jagger scrive i testi delle canzoni e coltiva il suo talento da frontman, Richards compone le musiche. La prima apparizione dei Rolling Stones avviene nel 1962 in uno dei templi del rock, il celebre Marquee Club di Londra. L'anno successivo Jagger, ormai convinto che la musica sia la sua strada, abbandona gli studi per dedicarsi completamente alla carriera di cantante. La sua vocalità "sporca" e sensuale passa da cover di Chuck Berry e Bo Diddley a canzoni proprie. Sin dall'inizio i Rolling Stones si propongono come l'alternativa "cattiva" ai Beatles, con una musica che attinge alle radici del rock 'n 'roll e del blues. Nel 1965 arriva la consacrazione definitiva della band con il brano "Satisfaction". L'immagine dei "bad boys" è ora completa e la loro fama cresce sull'onda di sesso, droga e rock 'n 'roll. Un'immagine esaltata al massimo dal frontman, trasgressivo interprete di genio e sregolatezza, nonostante lui affermi di essere semplicemente se stesso, un ragazzo di periferia che canta in una rock band. Del resto, sono gli anni '60, decennio giovane e turbolento, di cui Jagger diventa una delle grandi icone, grazie anche alla sfilza di canzoni azzeccate e provocatorie, composte con l'amico di sempre Richards.
Dopo la morte del chitarrista Brian Jones - sostituito da Mick Taylor - nel 1969 Jagger decide di dare una svolta indipendente alla band, diventandone il manager, cambiando stile alla loro musica, fondando l'etichetta Rolling Stones Records e organizzando una tournée negli Stati Uniti, che prende forma nel 1972 con un concerto a New York, a cui i Rolling si presentano con un look tanto aggressivo quanto glamour, dal trucco accentuato e scintillante. La perspicace anticipazione dei cambiamenti dei gusti musicali del pubblico, che spinge il leader alla preparazione dei concerti nelle arene e negli stadi, trasforma la band in un'autentica attrazione da grande palcoscenico, rendendola protagonista di una fortunatissima serie di tour mondiali dei record, che proseguiranno nei decenni successivi.
Pur continuando a lavorare con i Rolling, negli anni '80 alcune divergenze con il resto del gruppo e il tempestoso rapporto di amore e odio con Richards, sempre più dipendente dalla droga, spingono Jagger a tentare la carriera solista. Nel 1985 pubblica l'album "She's the Boss", di discreto successo. Due anni dopo esce il suo secondo album da solista, "Cool Primitive", apprezzato dalla critica ma meno dal pubblico. Il musicista ci riprova nel 1993, ma niente funziona come i Rolling Stones, che continuano a mietere successi e tour spettacolari. Nel frattempo, il cantante prosegue con gli eccessi che lo vedono spesso al centro dei giornali scandalistici di mezzo mondo, con ampi resoconti delle sue esperienze con la droga - che lo conducono anche agli arresti - e delle sue avventure sessuali, inclusa una chiacchierata relazione con il musicista David Bowie. La vita sentimentale di Jagger segue, infatti, l'andamento burrascoso dell'esistenza da rockstar sex symbol e molte sono le storie che gli vengono attribuite. Tra le più importanti c'è quella con la cantante e attrice Marianne Faithfull, sua compagna negli anni più ruggenti e autrice di diverse canzoni dei Rolling Stones. Ci sono poi due matrimoni e sette figli avuti da donne diverse.

Un talento musicale prestato al cinema
Mentre l'ultimo album pubblicato dai Rolling Stones risale al 2005, nel 2011 Jagger incide un disco con l'eclettico gruppo SuperHeavy, composto dall'attrice e cantante Joss Stone, dal produttore e polistrumentista degli Eurythmics Dave Stewart, dal figlio di Bob Marley Damian e dal compositore indiano di colonne sonore A. R. Rahman. Ma non c'è solo la musica nella vita di questo esuberante talento artistico. C'è pure il cinema, anche se in piccola parte. L'avventura sul grande schermo inizia già nel 1966 con Charlie Is My Darling, diretto da Peter Whitehead e prodotto dal manager dei Rolling Stones, Andrew Loog Oldham. Si tratta del primo della lunga serie di documentari sulla band, girato durante il tour irlandese del 1965. Nel 1968 persino Jean-Luc Godard dà la propria personale visione del mitico gruppo rock nel documentario I Rolling Stones secondo Godard. Simile nei contenuti è Gimme Shelter di Albert Maysles, che documenta il tragico episodio di cronaca avvenuto in California nel 1969 durante un concerto gratuito dei Rolling Stones e altri gruppi: l'uccisione di un giovane spettatore da parte di un motociclista degli Hell's Angels, che curavano il servizio d'ordine.
Ma, documentari a parte, la carriera di attore di Jagger inizia splendidamente nel 1970 con Sadismo di Donald Cammell e Nicolas Roeg, con James Fox e Anita Pallenberg, attrice e modella con cui il cantante ha avuto una relazione. L'intensità e l'estro della sua interpretazione, nei panni di una popstar in declino e in preda al vizio, lasciano il segno su un film che in un primo momento viene stroncato e censurato, per poi guadagnarsi la fama di cult grazie alla sua atmosfera "malata", psichedelica e trasgressiva, così tipica della controcultura di fine anni '60. Questa inquietante parabola sul potere, la persuasione e la performance, spinta ai limiti della follia, vede la presenza di un Jagger all'apice della fama, che qui offre la sua interpretazione cinematografica più iconica e memorabile. La sua carriera nel cinema di finzione continua con il drammatico I fratelli Kelly (1970) di Tony Richardson, in cui veste, con autentico spessore, i panni del protagonista, l'irlandese Ned Kelly, che, dopo tre anni di prigionia ingiusta, torna alla sua fattoria in Australia, ma gli inglesi che dominano il paese gli rendono la vita difficile, spingendolo, con i fratelli, a diventare un fuorilegge.
Non all'altezza dei due precedenti è il successivo lavoro davanti alla macchina da presa: Umano non umano (1971) di Mario Schifano, noto pittore d'avanguardia che compone un film stravagante, formato da diversi episodi, sull'incomunicabilità tipica del mondo moderno. Mentre continua a interpretare se stesso in diversi documentari sull'ascesa dei Rolling Stones, Jagger indossa i panni di un truce e simpatico personaggio nel film di genere fantastico Freejack - In fuga nel futuro (1992) di Geoff Murphy, con Anthony Hopkins ed Emilio Estevez. La filmografia di Jagger comprende anche i camei nel controverso Bent (1997) di Sean Mathias, sugli omosessuali perseguitati dai nazisti, e nel dramma sulla seconda guerra mondiale Enigma (2001), diretto da Michael Apted, che il cantante ha anche co-prodotto. Nel 2001 lo vediamo nel cast del dramma di George Hickenlooper L'ultimo gigolò (2001), in cui interpreta il titolare di una lussuosa agenzia di accompagnatori per donne ricche e sole. Dopo la partecipazione al documentario Annie Leibovitz: Life Through a Lens (2006), sulla carriera della grande fotografa assidua collaboratrice dei Rolling Stones, Jagger torna a interpretare se stesso nel prezioso documentario Shine a Light (2008), diretto da un cineasta d'eccezione, Martin Scorsese, che immortala la band nelle due date newyorkesi del planetario "A Bigger Bang Tour". Il regista è capace come pochi di mostrare la vera natura di un gruppo ormai storico, ma ancora fortemente in vita, deciso a calcare il palco finché l'ultima luce è accesa. Stones in Exile (2010) di Stephen Kijak volge lo sguardo al passato, all'epoca di "Exile on Main Street" (1972), quel doppio album considerato da molti il capolavoro indiscusso della band. Brett Morgen offre una prospettiva più complessiva nel documentario The Rolling Stones Crossfire Hurricane (2013), che racconta i primi trent'anni di vita del gruppo, invitando il pubblico a toccare con mano il viaggio mitico degli Stones da outsider degli anni '60 a statisti del rock.

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Documentario, (USA - 2020), 129 min.

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