Si era sempre sentita non una fotografa, ma una persona che fotografava. Da una bambina con un pallone al cadavere di Piersanti Mattarella, dalle strade siciliane alla consapevole durezza della libertà femminile. Tutto rigorosamente in bianco e nero, a caccia di istanti privi di retorica. La realtà nuda e cruda, il combattimento con la vita, la vita contro la mafia.
Arrivò lontanissima. Il Premio Eugene Smith nel 1985, le esposizioni in Francia e in America, legandosi all'impegno civile e politico, con la co-fondazione del Centro di Documentazione Giuseppe Impastato, fino a ottenere un posto come Consigliera Comunale nella lista dei Verdi.
Una personalità straordinaria, che non si rese conto di essere un punto di riferimento, un simbolo, non solo per una città come Palermo, ma per il mondo dell'arte libera da ogni tipo di censura, credendo in un mondo più rispettoso delle persone e meno rispettoso verso le paure. Fu dell'opinione che la fotografia fosse lo strumento adatto a restituire la dignità che la vita negava. Aveva ragione. I suoi scatti lo testimoniano. E come fotoreporter, lei stessa si fece testimone degli orrori dei delitti della Nera Anni Settanta e Ottanta. Non ci furono distinzioni per lei. Potevano essere i morti degli Anni di Piombo, così come quelli della malavita. Ai suoi occhi, furono tutti guerrieri sanguinosamente uccisi. Poi spostò lo sguardo verso chi rimaneva, i sopravvissuti, come Felicia Impastato. Chi restava diventava davanti al suo obiettivo chi osava puntare i piedi contro gli orrori, con il compito di smarscherare le brutalità.

La carriera di fotografa
Cominciò la sua carriera di fotografa nel 1969, collaborando con il giornale locale L'ORA. Poi si spostò a Milano, per collaborare con altre testate. Solo nel 1974, ritornò a Palermo per creare con Franco Zecchin l'agenzia Informazione Fotografica e, nel 1979, il Centro di Documentazione "Giuseppe Impastato". Lo stesso anno, si ritrovò a fotografare gli eventi più terribili della storia della sua città, fiaccata dal terrorismo e dalla mafia. Quest'ultima legata a doppio filo con la politica (il celebre scatto con Giulio Andreotti che all'Hoterl Zagarella incontrava esponenti di un clan mafioso), tanto che verrà soprannominata "la fotografia della mafia".
Negli Anni Ottanta, continuò la sua carriera come fotoreporter, lasciandosi andare ogni tanto a qualche fotografia artistica, senza che però questa non mancasse di quella linfa civile che le fu tanto cara. Sempre in quel decennio, creò il Laboratorio d'If, dentro il quale si formarono i migliori fotografi palerminati, compresa sua figlia Shobha.
Nel 1985, fu la prima donna europea a vincere il Premio Eugene Smith. Un ex aequo con la statunitense Donna Ferrato. Poi si buttò nella politica, come Consigliera Comunale con i Verdi, nella Giunta Comunale di Orlando. Si impegnò anche come consulente esterna per il carcere e come deputata presso l'Assemblea Regionale Siciliana nell'XI Legislatura, arrivando a diventare la Vice Presidente della Commissione Cultura.
Solo dopo il 23 maggio 1992, si allontanò dalla sua macchina fotografica, disgustata dalla violenza. È la data della Strage di Capaci.
Nel 1999, venne insignita del premio Mother Johnson Achievment for Life, poi diventò la direttrice della rivista MEZZOCIELO. Lo rimase fino al 2003, anno in cui decise di trasferirsi a Parigi, disgustata dalla politica sociale italiana.
Tornata a Palermo anni dopo, continuò a esporre le sue opere, fondando il Centro Internazionale di Fotografia, museo-didattico legato ai Cantieri Culturali della Zisa.

I contatti con il cinema
Nel 2008, il cineasta Wim Wenders la volle per un cameo in Palermo Shooting, apparve anche in Gli uomini di questa città non li conosco - Vita e Teatro di Franco Scaldati (2015) e nello splendido La mafia non è più quella di una volta del 2019, anno in cui le venne dedicato il documentario Letizia Battaglia - Shooting the Mafia.

Vita privata
Sposata a sedici anni con Franco Stagnitta, più grande di lei di sette anni. Ebbe un matrimonio burrascoso, che però portò alla nascita di tre figlie: Cinzia, Shobha e Patrizia. Separata dall'uomo, ebbe una lunga relazione con il collega Franco Zecchin. Malata da tempo, è morta il 13 aprile 2022.