Uno degli attori più indelebili, popolari ed affascinanti del panorama cinematografico italiano, ma soprattutto uno degli interpreti che, più e meglio di ogni altro, ha saputo incarnare, nell'immaginario collettivo degli anni '60 e non solo, gli eroi che animano da sempre la nostra fantasia. Un fisico che sembra essere scolpito nel bronzo dorato, uno sguardo sempre vivo come il fuoco ed un sorriso beffardo ma sicuro, lo hanno reso uno degli uomini più desiderati dal genere femminile e più invidiati da quello maschile.
Nato e cresciuto a Roma (dopo una piccola parentesi infantile a Reggio Emilia), ancora bambino, rimarrà coinvolto nell'esplosione di un ordigno militare trovato mentre giocava in un prato. Lo scoppio accidentale gli provocherà una ferita sullo zigomo sinistro (che è ancora ben visibile). Con l'adolescenza si appassiona allo sport (ginnastica, attrezzistica e soprattutto il ring, parteciperà infatti ad alcuni tornei di boxe, vincendone diversi). Ma ancor più grande sarà la passione per il cinema. Fin da ragazzo, Gemma è rapito da ogni tipo di pellicola e fa di Burt Lancaster il suo idolo. Così, a 18 anni decide di indirizzare tutte le sue energie verso il grande schermo e comincia la sua gavetta come stuntman e figurante.
Lo ritroviamo in Venezia, la luna e tu (1958) di Dino Risi accanto ad Alberto Sordi e Marisa Allasio. A questo, seguiranno piccole parti nelle commedie all'italiana e in capolavori del cinema come Ben-Hur (1959) di William Wyler e Il gattopardo (1963) di Luchino Visconti. Ed è proprio sul set di quest'ultimo film, dove interpreta un generale dei garibaldini, che conosce il suo mito, Burt Lancaster.
Si deve a Duccio Tessari la fama di Giuliano Gemma. Durante le riprese del film Messalina, Venere Imperatrice (1960), viene notato dal regista (allora coautore della sceneggiatura) che lo imporrà, anni più tardi, in Arrivano i Titani (1962), affidandogli il suo primo ruolo da protagonista: sarà Crios, titano liberato da Zeus per punire il re di Tebe, Cadmo. Da quel momento in poi, l'attore legherà il suo volto al ruolo dell'eroe in moltissimi generi cinematografici: i peplum storico-mitologici, la fantascienza, il comico-parodistico, la spy story, la gangster-story, ma soprattutto lo spaghetti western dove lavorerà sotto lo pseudonimo di Montgomery Wood, unito in maniera indimenticabile al personaggio di Ringo.
Con gli anni Settanta e la liberazione sessuale, Gemma compiace il pubblico femminile in Il maschio ruspante (1973) e Quando le donne avevano la coda (1974), ma rimane ancora ancorato alla figura del prode coraggioso e combattente.
Al culmine della fama, ormai padre (sua figlia, Vera, seguirà le sue orme) i registi italiani se lo contendono: Michele Lupo, Enzo Barboni e Luigi Comencini. Ma finalmente all'orizzonte un degno riconoscimento: il David di Donatello Speciale per il suo ruolo di Mathis in Il Deserto dei Tartari (1976) di Valerio Zurlini. La carriera di Gemma subisce un'impennata con ruoli sempre più intensi, principalmente quelli diretti da Pasquale Squittieri e con partner Claudia Cardinale (Corleone, 1977 - per il quale vincerà la Grolla d'Oro -; Il prefetto di ferro, 1977, e Claretta, 1984). Altri premi anche per Un uomo in ginocchio (1978) di Damiano Damiani e piccole incursioni nei thriller con la triade Argento-Fulci-Lenzi. La sua fama è smisurata. In Giappone, è testimonial di una casa di moda e della Suzuki che lancerà sul mercato nipponico due scooter con il nome Suzuki-Gemma.
Negli anni Ottanta è il cowboy dei fumetti della Bonelli Tex Willer in Tex Willer e il Signore degli Abissi (1985) di Duccio Tessari e l'anno seguente fa parte del sorprendente capolavoro in tinta rosa Speriamo che sia femmina (1986) di Mario Monicelli. Giuliano Gemma arriva perfino a fare una squisita parodia dei suoi ruoli western nel televisivo I Promessi Sposi del trio Solenghi-Marchesini-Lopez. E, ancora (e giustamente) incapace di arrestarsi, negli anni Novanta e Duemila lo si ritrova in fiction come Il Deserto di fuoco (1997), Bel Ami - L'uomo che piaceva alle donne (2001) e Angelo il custode (2001).
Dopo innumerevoli film interpretati fra cinema e televisione, sempre accolto con grande calore dal pubblico italiano e straniero (la notorietà è confermata anche dalle produzioni spagnole, francesi, ma soprattutto giapponesi in cui ha partecipato) Giuliano Gemma è stato un attore con una carriera difficile da replicare, che ha lasciato un segno profondo (proprio come la sua cicatrice) nello zigomo sinistro del cinema italiano.
Giuliano Gemma muore a 75 anni a Cerveteri, vicino Roma, in un gravissimo incidente stradale.