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Elena Sangro

Elena Sangro (Maria Antonietta Bartoli-Avveduti) è un'attrice italiana, è nata il 5 settembre 1896 a Vasto (Italia) ed è morta il 26 gennaio 1969 all'età di 72 anni a Roma (Italia).

Alta, bruna, profilo greco, questa fiera figlia d'Abruzzo venne immortalata da Gabriele d'Annunzio, di cui è stata a lungo compagna, in un carme a lei dedicato e intitolato: «Alla Piacente». Elena Sangro è stata una protagonista del cinema italiano degli anni Venti: la crisi in cui si dibatteva la cinematografia nazionale non la sfiorò minimamente, poiché, come testimonia la sua filmografia, non smise mai di girare.
Dopo un corso di recitazione all'Accademia di Santa Cecilia con Virginia Marini, la giovanissima teatina fu Elisabetta in La cena delle beffe di Sem Benelli e la figlia del Duca d'Alba in Patria di Sardou sul palcoscenico del Teatro Adriano di Roma.
Notata dal barone Kanzler, fu segnalata al regista Guazzoni che cercava per l'interprete di Fabiola (1918) una debuttante. Elena venne assunta per il ruolo seduta stante; il film fu un grande successo cui seguirono, nello stesso anno, un altro kolossal sempre di Guazzoni, La Gerusalemme liberata e un delizioso filmetto in cui l'attrice fu antagonista di Thea, Primerose (1919); poi fu una altera Principessa Zoe (1919) e protagonista di un gruppo di film in cui ebbe come partner suo cugino, Giorgio Fini, un attore molto promettente, sfortunatamente morto giovanissimo: Il più forte amore (1920), Il fauno di marmo (1921), L'eredità di Caino (1921).
Una canzonettista che si sacrifica per un uomo che non la merita è il ruolo in L'onesto mondo (1921); in Saracinesca (1922), ambientato nella Roma papalina, è la fiera e patriottica principessa Corona d'Astrardente. Nello stesso anno, in Non è resurrezione senza morte impersonò una battagliera combattente montenegrina che si immola per la libertà del suo paese. Il film, basato sulle memorie dell'esule Vladimir Popovic, venne prodotto personalmente dalla Sangro e patrocinato da un Comitato pro-Montenegro, presieduto da Gabriele D'Annunzio.
Fu ancora in film storici, in Triboulet o la Corte dei Miracoli (1924) e in Quo vadis? (1924) nel ruolo di Poppea, impersonò una sensuale Proserpina nel divertente Maciste all'inferno (1926), fu la maliarda Elena in Addio giovinezza! (1927), andò in Germania per Villa Falconieri (1928) e terminò nel muto con l'interpretazione di una piccante Madonna Orietta nel censuratissimo Boccaccesca (1928) di Alfredo De Antoni.
Con il sonoro, la Sangro si ritirò dal cinema, dedicandosi al canto, col nuovo pseudonimo di Lilia Flores; poi, all'inizio degli anni Quaranta, come Anton Bià, diresse vari documentari d'arte. L'ultima attività di questa donna instancabile e determinata fu il suo impegno come presidente dell'Associazione dei Pionieri del Cinema, un sodalizio sorto all'inizio degli anni Sessanta per far ottenere una tutela previdenziale e sanitaria alla categoria.

Da Le dive del silenzio, Le Mani, Genova, 2001.

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